I dati pubblicati ieri dal Viminale sui migranti sembrano segnare un nuovo importante calo di arrivi sul nostro territorio, accompagnato, però, da un aumento altrettanto importante delle traversate fatte grazie alle Ong. Complessivamente, fino alla giornata di ieri gli sbarchi sul territorio sono stati 4.715, in larghissima parte dalla Libia (seppur di persone di nazionalità differenti, arrivate fino ai trafficati porti libici per arrivare in Italia e Europa).



L’aspetto positivo del numero di migranti arrivati in Italia nei primi mesi del 2024 è rappresentato, appunto, dal calo complessivo. Guardando, infatti, agli stessi dati dello scorso anno, per il medesimo periodo, vi furono 14.639 sbarchi, mentre nel 2022 furono 5.629, con una diminuzione, quest’anno, rispettivamente del 68% e del 16%. La maggior parte delle persone che arrivano in Italia (26%, pari a 1.206 migranti) dichiarano di provenire dal Bangladesh. Similmente, buona parte delle partenze sono state registrate da Siria (764), Tunisia (698) ed Egitto (511).



Quanto pesano le Ong sugli arrivi dei migranti?

Indipendentemente dall’effettiva provenienza dei migranti, nel rapporto del Viminale si riporta chiaramente che la stragrande maggioranza dei migranti arrivati in Italia sono partiti dalla Libia. A fronte 4.715 sbarchi, ben 3.435 persone sono partite dalle coste libiche, e soprattutto dai porti di Zuara, Az Zawiyah e Sabratah. Partendo dal presupposto, avanzato nel più recente rapporto dell’intelligence italiana, che il metodo principale degli arrivi in Italia è proprio la via marittima, il Viminale ha anche stimato l’influenza nelle dinamiche migratorie delle Ong.



Infatti, il 28% dei migranti arrivati in Italia nel 2024, pari a 1.300 persone, hanno raggiunto le coste italiane sull’imbarcazione di una Ong. Dato che lo scorso anno (a fronte di più di 14mila arrivi) era appena pari al 6% del totale, pari a 907 casi, con un aumento percentuale nell’arco di un anno pari al 43%. Singolare, inoltre, il dato delle missioni condotte dalle Ong, pari in totale a 26, nelle quali almeno 16 persone, in 11 differenti casi hanno rifiutato il passaggio verso l’Italia, tornando in Libia con la stessa imbarcazione da cui stavano venendo salvati. Questi, ovviamente, non sono migranti, ma scafisti, che ‘completato’ il loro incarico, tornano indietro pronti a ripartire poco dopo.