La questione migranti continua a tenere banco sui tavoli dell’Unione Europea, come ha ribadito, senza troppa retorica o giri di parole ad accompagnare il concetto, la cancelliera tedesca Angela Merkel nell’ambito di un incontro andato in scena a Berlino con Donald Tusk, presidente del Partito Popolare Europeo, negli ambienti della fondazione Konrad Adenauer: “Non possiamo essere soddisfatti della politica migratoria europea. In pratica oggi non esiste ed è un pesante fardello per l’Europa”. Così la leader della Germania ha commentato la decisione assunta da lei e dal presidente francese, Emmanuel Macron, di aprire le porte a quattrocento minori non accompagnati dal campo di Moria, nell’isola greca di Lesbo. Non solo: la cancelliera ha anche reso nota la sua volontà di lavorare su quest’aspetto nei prossimi mesi, specificando inoltre che la scelta di accogliere i minori provenienti dal campo di Moria è figlia di una richiesta telefonica giunta dal premier della Grecia, Kyriakos Mitsotakis.
MIGRANTI, CONTE: “NON POSSIAMO ESSERE SEMPRE SOPRAFFATTI”
Una problematica, quella dei migranti, relativamente alla quale è intervenuto anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al vertice Euromed di Ajaccio: “Sul tema delle migrazioni abbiamo condiviso una strategia di azione – ha dichiarato –. Dobbiamo governare i flussi migratori, non possiamo subirli e rimanerne sopraffatti. Per fare questo, dobbiamo estendere e rafforzare il raggio d’azione dell’UE, anche nella dimensione esterna, creando solide partnership con i Paesi d’origine e di transito dei flussi migratori, contrastando i trafficanti di esseri umani e lavorando per meccanismi europei realmente efficaci per i rimpatri e per la redistribuzione obbligatoria dei migranti. E, infine, dobbiamo fare in modo che vi sia piena trasparenza per quelli che praticano soccorso in mare, comprese le Ong”. Per quanto concerne gli episodi di Lesbo, in prospettiva “dobbiamo evitare si possano ripetere. Anche noi stiamo molto soffrendo. I nostri centri di accoglienza sono affollati, abbiamo lavorato, ma dobbiamo metterci nelle condizioni per evitare che si arrivi sempre a questo”.