La Corte Costituzionale albanese ferma l’iter di approvazione dell’accordo fra Roma e Tirana per la creazione di due centri in Albania in cui trasferire i migranti soccorsi in mare per di analizzare la loro posizione e decidere se hanno diritto o meno a entrare in Italia e in Europa. Lo ha fatto ritenendo ammissibile uno dei due ricorsi presentati dall’opposizione del Paese balcanico contro l’intesa sottoscritta dal presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e dal suo corrispondente albanese Edi Rama, bloccando così l’iter di approvazione albanese che prevedeva un passaggio in parlamento in questi giorni.
Un accordo che, in attesa di conoscere il testo del disegno di legge di ratifica del Governo italiano, ha avuto un primo formale assenso della Commissione europea, secondo la quale sarebbe in linea con il diritto Ue: un giudizio di massima che, tuttavia, non è ancora stato suffragato da un approfondimento pubblico sui fondamenti giuridici del piano. La decisione della Corte Costituzionale albanese, spiega Alessia Di Pascale, docente di diritto dell’Unione Europea nell’Università statale di Milano, esperta di problemi migratori, pur non costituendo un giudizio di merito, implica un esame sugli aspetti procedurali e non sollevati nel ricorso. Per farlo c’è tempo tre mesi, la prima udienza è fissata per il 18 gennaio.
Quali sono gli elementi sulla base dei quali è stato presentato ricorso alla Corte Costituzionale albanese?
Sono stati presentati due ricorsi. La Corte ne ha ammesso uno e deve pronunciarsi ancora sul secondo. L’accoglimento della richiesta di esame comporta l’automatica sospensione del procedimento di ratifica dell’accordo nel parlamento albanese. I rilievi contenuti nel ricorso sono di due tipi, riguardanti per prima cosa profili procedurali relativi alle norme costituzionali albanesi, alla firma e all’autorizzazione. Non sarebbero state seguite le procedure previste, in particolare perché per un’intesa come questa gli estensori del ricorso ritengono ci voglia l’autorizzazione del presidente albanese. Si è pensato di far passare l’intesa attraverso una procedura semplificata, mentre nel ricorso si sostiene che avendo la proposta un impatto sulla sovranità albanese fosse necessario seguire una procedura con l’autorizzazione del presidente.
Il secondo elemento su cui si basa l’istanza presentata alla Corte, invece, che cosa riguarda?
Sarebbero stati invocati anche profili di incompatibilità con gli obblighi internazionali in materia di diritti umani dei migranti, con gli obblighi internazionali sottoscritti dall’Albania. Questo sappiamo da quello che è stato riportato finora.
Ci sono dichiarazioni della Commissione europea secondo le quali l’accordo sui migranti sarebbe compatibile con il diritto europeo. È così? Ci sono ancora delle criticità da chiarire?
La Commissione europea interrogata sulla legalità del memorandum d’intesa il 7 novembre 2023, ha innanzitutto dichiarato ai giornalisti di aver chiesto alle autorità italiane informazioni più dettagliate sull’esatta portata e sull’impatto previsto dell’accordo, sottolineando che non deve pregiudicare le norme europee in materia di asilo e che l’accordo potrebbe rivelarsi problematico nel caso in cui l’Italia inviasse i migranti salvati nelle acque territoriali dell’Ue in un Paese terzo: chiunque venga salvato in acque italiane dovrebbe poter chiedere asilo in Italia e non essere trasferito in un Paese non appartenente alla Ue. Un aspetto, questo, a quanto pare, recepito dal Governo, che nel comunicato stampa emesso all’esito del Consiglio dei ministri del 5 dicembre che ha approvato il disegno di legge di ratifica ha puntualizzato che l’accordo si applica solo nei confronti dei “migranti imbarcati su mezzi delle autorità italiane all’esterno del mare territoriale italiano o di altri Stati membri dell’Unione Europea”.
Ma alla fine le istituzioni Ue che posizione hanno preso?
La Commissaria agli Affari interni Ylva Johansson, rimarcando le differenze con l’accordo stipulato dalla Gran Bretagna con il Rwanda, perché l’intesa con l’Albania riguarderebbe persone che non sono ancora arrivate in Italia, ha dichiarato che sulla base della valutazione preliminare del servizio giuridico della Commissione l’accordo non viola il diritto Ue, essendo stato stabilito al di fuori del quadro giuridico comunitario. Un’affermazione che ha sollevato perplessità e critiche tra gli studiosi di diritto Ue, in attesa di chiarimenti più puntuali sull’analisi effettuata. Nel parlamento europeo il partito socialista ha preso una posizione molto critica, presentando a fine novembre un’interrogazione parlamentare scritta da deputati dell’area verde e socialista. In una lettera mandata dalla presidente von der Leyen in occasione del Consiglio europeo di questi giorni, è stata invece espressa una valutazione politica possibilista, dicendo che potrebbe essere una novità, anche se un po’ fuori dagli schemi. È una comunicazione ufficiale mandata ai 27 Stati membri della Ue.
Dal punto di vista del diritto, in attesa di spiegazioni più puntuali, quali possono essere le criticità dell’accordo?
Il problema è quello della compatibilità con gli obblighi europei. Lascia perplessi che le persone possano essere intercettate in alto mare e portate in un altro Paese, dove verrà esaminata la loro situazione in vista di un accoglimento o meno in Italia e in Europa. L’accordo comunque è già stato oggetto di puntuali analisi da parte di diversi studiosi europei, che ne hanno posto in luce specifiche criticità. Il disegno di legge presentato dal Governo italiano, approvato dal Consiglio dei ministri, dovrebbe dare qualche chiarimento in più, ma il testo ufficiale non mi pare che ci sia per il momento. Dovrebbe essere avviato il dibattito parlamentare, su cui evidentemente la decisione della Corte Costituzionale albanese avrà un impatto.
La Corte albanese, comunque, non ha ancora espresso nessun giudizio di merito sull’intesa. Quanto può pesare allora la sospensione dell’iter parlamentare in Albania?
La Corte Costituzionale ha tre mesi per pronunciarsi e la prossima riunione è fissata per il 18 gennaio, potrebbe anche emettere un giudizio in tempi rapidi, sapendo che ha fino ai primi di marzo per decidere. Poi bisognerà vedere se verrà accolto anche il secondo ricorso e su cosa verte. Chiaro che adesso occorre entrare nel merito. La decisione della Corte potrebbe essere anche un parziale accoglimento del ricorso. Di certo la sospensione dell’iter dà qualche argomento in più anche all’opposizione italiana.
(Paolo Rossetti)
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