A lungo il Canada è stato un modello di immigrazione equilibrato, ma ora si trova ad affrontare una crisi migranti che è conseguenza di scelte politiche che stanno destabilizzando il Paese guidato da Justin Trudeau. Il numero di immigrati è raddoppiato in dieci anni, passando da 259mila nel 2013 a 437mila nel 2022. A questi vanno aggiunti oltre 900mila visti temporanei. A Montreal la situazione sta diventando insostenibile, tra alberghi per richiedenti asilo che sono stracolmi e quartieri invasi da mendicanti.



«Gli uffici turistici canadesi cercano di nascondere la situazione dietro immagini da cartolina», scrive Le Figaro nel suo approfondimento, precisando che per decenni Ottawa ha selezionato con cura i migranti in base alla loro capacità di integrarsi, ma il primo ministro, «influenzato dal think tank canadese “Initiative of the Century”, ha deciso di far esplodere le quote di immigrati, senza calcolare se il Paese può permettersi di accoglierli». Ora però il Canada non è più in grado di integrare i nuovi arrivati a causa della mancanza di alloggi. Infatti, anche i canadesi stanno subendo le conseguenze di questo aumento dell’immigrazione.



CRISI MIGRANTI IN CANADA: MODELLO TRUDEAU FALLITO

Negli ultimi due anni gli affitti sono saliti alle stelle. Le persone più povere non riescono più a trovare un posto dove vivere. Le persone più povere non riescono più a trovare un posto dove vivere e sono i primi a trovarsi per strada. Cosa c’entrano i migranti? Questo afflusso ha aumentato la domanda di alloggi in affitto. Il flusso migratorio è in aumento: secondo le stime di Statistics Canada, nel 2041 il 52,4% della popolazione del Paese sarà costituita da “immigrati o figli di immigrati”. Si ritorna così a parlare nuovamente di quote di immigrazione ragionevoli: potrebbe essere un’opzione, ma sarebbe un’ammissione di fallimento per Justin Trudeau.



I delegati all’immigrazione del Quebec esaltano le virtù delle regioni remote per contrastare la desertificazione, ma in realtà pochi immigrati vogliono stabilirsi in regioni deserte e fredde dove gli stessi canadesi non vogliono più vivere. Anno dopo anno, circa l’80% dei nuovi arrivati in Québec sceglie di stabilirsi a Montreal o a Quebec City. Come evidenziato da Le Figaro, nessuno degli immigrati vuole andare a vivere a Terranova o a Notre-Dame-des-Sept-Douleurs.