PATTO ITALIA-ALBANIA SUI MIGRANTI: VIA LIBERA DAL SENATO, LE PRIME REAZIONI

Con 93 Sì, 61 No e nessun astenuto, è passata oggi in Senato l’intesa Italia-Albania sui migranti che prevede l’apertura di due Cpr in territorio albanese per accogliere circa 3mila rifugiati in arrivo da territorio extra Ue. Osteggiata dal Centrosinistra, anche dal mondo ecclesiastico con la CEI, l’accordo siglato a Roma lo scorso novembre 2023 dalla Premier Giorgia Meloni e dal Premier Edi Rama rappresenta un punto di debolezza – secondo i vescovi italiani – piuttosto che un’occasione concreta di sostegno al tema complesso della migrazione in Europa. Il Parlamento con il Senato ha così ratificato il disegno di legge per l’esecuzione del protocollo di rafforzamento della collaborazione Roma-Tirana in materia migratoria, dopo che già la Camera aveva dato il suo via libera: a questo punto il protocollo diventa legge a tutti gli effetti, con 14 articoli che regolano flussi, durata e rapporti con la Ue sul tema.



Le aree per i Cpr sono concesse a titolo gratuito per la durata del protocollo che, come previsto dall’articolo 13, «è di cinque anni, rinnovato tacitamente per altri cinque, salvo che una delle due parti comunichi, con preavviso di almeno sei mesi rispetto alla scadenza, la propria intenzione di non rinnovarlo», si legge presso l’articolo 3 dell’intesa Italia-Albania. Il numero totale di migranti alla volta non può essere superiore a 3mila e devono essere sbarcati solo da mezzi italiani intervenuti per il salvataggio nel Mar Mediterraneo. Spetta invece alle autorità albanesi l’onere della sicurezza all’esterno delle strutture mentre all’interno è gestito da operatori e autorità italiane, con i costi di soggiorno in carico a Roma. Durissima la reazione della Chiesa italiana con l’intervento in una lunga nota del presidente della Commissione Migrazioni della CEI e di Migrantes, mons. Gian Carlo Perego: «Oggi il Senato ha approvato l’accordo Albania-Italia per il trattenimento di migranti che la Guardia costiera salverà in mare. 673 milioni di euro in dieci anni in fumo per l’incapacità di costruire un sistema di accoglienza diffusa del nostro Paese, al 16° posto in Europa nell’accoglienza dei richiedenti asilo rispetto al numero degli abitanti».



MONS. PEREGO (CEI-MIGRANTES): “SCONFITTA DEMOCRAZIA E MILIONI IN FUMO”

Secondo l’arcivescovo di Ferrara, dal 2021 responsabile della Fondazione Migrantes – organismo pastorale della CEI – i 673 milioni di euro frutto dell’intesa Italia-Albania avrebbero potuto rigenerare «non solo la vita di molte persone (3.000), ma la vita anche delle nostre comunità». Nella dura nota di critica all’operazione politica del Governo Meloni, mons. Perego sottolinea come quelli stessi fondi avrebbero potuto significare «posti di lavoro e un indotto economico. Seicentosettantatre milioni di euro veramente ‘buttati in mare’ per l’incapacità di governare un fenomeno – quello delle migrazioni forzate – che si finge di bloccare, ma che cresce di anno in anno, anche per politiche economiche che non favoriscono – se non con le briciole – lo sviluppo dei Paesi al di là del Mediterraneo».



Per il vescovo responsabile dell’area migrazioni nella Conferenza Episcopale Italiana, i 673 milioni del patto Italia-Albania vengono spesi anche perché come Paese «guardiamo maggiormente a vendere armi – le spese per gli armamenti sono aumentate del 3,7% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 2240 miliardi di dollari, il livello più alto mai registrato (SIPRI) – e a finanziare conflitti – sono 56 gli Stati che nel 2022 si trovavano in situazioni di conflitto armato, 5 in più dell’anno precedente (SIPRI)-, piuttosto che a costruire pace». In definitiva, chiosa la dura nota della CEI, l’intesa con Tirana rappresenta uno spreco di risorse pubbliche oltre che un nuovo atto di “non-governo” delle migrazioni, di “non-tutela” degli ultimi, in generale «una sconfitta della democrazia». Già negli scorsi mesi l’accordo con l’Albania era stato criticato anche dal Presidente della CEI, il Card. Matteo Zuppi, il quale aveva parlato di una «ammissione di fallimento» per non essere in grado di gestire il fenomeno migratorio: «Ci si chiede perché non venga sistemata meglio l’accoglienza qui. Ciò che sicuramente è importante è avere un sistema di accoglienza che dia sicurezze a tutti, sia a chi accoglie che a chi è accolto», sottolineava l’arcivescovo di Bologna a margine della presentazione Rapporto Italiani nel Mondo 2023 della Fondazione Migrantes. Il vicepremier Antonio Tajani, in risposta alle polemiche contro l’accordo siglato con Tirana, sottolinea come «l’intesa sui migranti tra Italia e Albania non sono soldi buttati».