Il blocco navale del porto di Lampedusa non è un’ipotesi remota. I pescatori dell’isola, infatti, sono sul piede di guerra, perché i continui sbarchi di migranti stanno mettendo in crisi il settore. “Non riusciamo a pescare perché non possiamo fare rifornimento spiegano. Il gasolio serve per i soccorsi“, spiegano al Giornale. C’è poi la questione dei danni alle reti e alle barche per via dei relitti e delle imbarcazioni dei migranti alla deriva. “Se le istituzioni non ci ascolteranno e non interverranno, qui non attraccherà nessuno“. L’ex sindaco dell’isola, Totò Martello, che è il presidente del Consorzio Pescatori di Lampedusa, il quale ha chiesto un incontro urgente al presidente della Regione siciliana Renato Schifani, in assenza della quale i pescatori entreranno in sciopero e bloccheranno il porto con le barche. “Siamo allo stremo. I nostri pescatori dovranno attendere tre giorni per potere tornare in mare a lavorare e questo perché le motovedette hanno finito il gasolio disponibile sull’isola“.
Il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, invece precisa che non stanno usando motovedette, quindi replica alle polemiche dei pescatori: “Per il trasferimento dei migranti stiamo utilizzando i traghetti e navi militari dedicate che arrivano sull’isola già rifornite di carburante. Non basterebbe l’intera fornitura dell’isola per rifornire navi come la Galaxy o la Cassiopea. Le motovedette delle forze di polizia hanno, inoltre, i loro rifornimenti“.
MIGRANTI, LA REPLICA DEL PREFETTO AI PESCATORI
Il prefetto ci tiene a sottolineare che si stanno aiutando i pescatori e gli utenti dell’isola di Lampedusa, “che hanno bisogno di carburante perché stiamo utilizzando anche le navi dedicate ai trasferimenti dei migranti per trasportare pesce e carburante“. Il problema, spiega Totò Martello, non sono le grandi navi che arrivano con il pieno di carburante, “ma tutte le motovedette Sar che escono di continuo per i soccorsi“. Queste si riforniscono dall’unica ditta esistente: “C’è una riserva ad hoc nel deposito e serve solo per le emergenze. Proprio venerdì diverse motovedette hanno fatto rifornimento e la nave di linea, che porta sull’isola la cisterna col gasolio, ha effettuato solo un viaggio per trasferire i migranti“.
Nel frattempo, i pescatori vedono deprezzato il loro pescato a causa dei continui ritardi dei traghetti per le operazioni di imbarco e sbarco e l’igienizzazione degli spazi delle navi per il trasferimento dei migranti e questo si va ad aggiungere alle spese per far riparare le reti rovinate dalle imbarcazioni e alla relativa impossibilità di lavorare. “La cosa più grave è proprio la pericolosità dei barchini dei migranti lasciati alla deriva in mezzo al mare dalle motovedette dei soccorritori, senza alcuna segnalazione. Di notte i pescherecci potrebbero urtare contro i barchini di ferro, come è già successo, con grave rischio per la nostra incolumità“, dichiara Pietro Riso, presidente di Anapi Pesca, al Giornale.