Il piano Ue sui migranti non sembra destinato a venire incontro all’Italia. Lo scrive sulle colonne de “Il Giornale” Gian Micalessin, cronista e inviato di guerra, spiegando che non ci saranno benefici immediati per il nostro Paese sull’argomento immigrazione, almeno osservando il programma, articolato in quattro punti e preparata da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, in vista del summit odierno di Bruxelles. Come sottolinea il giornalista, “la bozza siglata dalla von der Leyen non prevede alcuna modifica del Trattato di Dublino, vera bestia nera per le nazioni di primo arrivo condannate, in base alle sue norme, a tenersi i migranti irregolari. E, come se non bastasse, il documento non fa il minimo accenno a possibili programmi di ripartizione”.



Per contro, pare proprio che il piano Ue sui migranti sia destinato a sostenere la Germania e le altre nazioni del Nord e Centro Europa: “Un’attenzione che traspare sin dal primo punto – osserva Micalessin -, incentrato sulla necessità di bloccare i passaggi illegali tra Turchia e Bulgaria, definiti ‘la questione al momento più pressante’. La sottolineatura punta, da una parte, a rassicurare l’opinione pubblica tedesca e, dall’altra, ad assecondare le pretese del cancelliere austriaco Karl Nehammer, arrivato a pretendere la chiusura della breccia turco-bulgara con un muro finanziato dall’Ue”.



MIGRANTI, PIANO UE NON AIUTA L’ITALIA. MICALESSIN: “SPERANZA RIMPATRI, MA…”

Stando così le cose, all’Italia non rimane che “rallegrarsi” delle forniture garantite di infrastrutture, equipaggiamenti, droni, radar e altri mezzi di sorveglianza alla Libia e agli altri Paesi del Nord Africa, impegnati a prevenire le partenze dalle proprie coste. A preoccupare, tuttavia, è il terzo punto, in cui, continua Micalessin su “Il Giornale”, “si auspica l’entrata in vigore di un ‘meccanismo permanente e unificato per prevenire lo spostamento illegale dei richiedenti asilo tra paesi dell’Unione europea’. Il capitolo sembra scritto apposta per punire l’Italia spesso accusata da Parigi e Germania di chiudere un occhio sulle ‘fughe’ degli irregolari, lasciati liberi di raggiungere le frontiere francesi e austriache invece di venir trattenuti nel nostro Paese, come previsto dal Trattato di Dublino”.



L’unico possibile vantaggio per l’Italia verrebbe garantito dalla proposta di rimpatriare direttamente nei Paesi d’origine gli irregolari spostatisi in altre nazioni Ue. Ma è complicato, come conclude Micalessin: “Lo dimostrano gli appena 70mila rimpatri effettuati annualmente a fronte delle ben 300mila richieste avanzate dai Paesi europei. Anche perché, come insegna l’esperienza, gli accordi sui rimpatri dei migranti, definiti con i canoni Ue, sono lunghi e complessi e richiedono anni”.