Nell’ultimo periodo il Regno Unito, così come la maggior parte degli altri stati europei, sta combattendo contro il dilagante fenomeno dei migranti. Il numero di persone che tutti i giorni decidono di intraprendere rotte spesso pericolose, difficili e costosissime è, infatti, in aumento negli ultimi anni. Ad incidere è stata soprattutto l’interruzione delle varie limitazioni imposte dai governi e, poi, lo scoppio della guerra in Ucraina.



Insomma, una pioggia quasi perfetta, che sta portando in Europa un numero sempre crescente di migranti, pari e probabilmente anche superiore al flusso della crisi del 2013. In Gran Bretagna, tornando al punto principale, c’è in particolare un “problema” numerico per quanto riguarda gli arrivi di immigrati albanesi ed eritrei, entrambi nella classifica delle nazionalità che commettono più reati in Gran Bretagna (rispettivamente primi e terzi, mentre il secondo posto è occupato dai cittadini inglesi). A fronte di quella che potrebbe diventare, a tutti gli effetti, una crisi piuttosto complessa, ovvero gestire gli asili per tutti i migranti che arrivano da ogni stato in difficoltà, il governo inglese ha deciso di rivedere le norme di accesso e di richiesta di asilo.



Migranti: “La schiavitù moderna non è una scusa”

Ciò che avrebbe, insomma, deciso il governo britannico per cercare di contenere la crisi dei migranti muove soprattutto nella direzione di limitare, da un lato, gli accessi e, dall’altro, di rendere più difficili le norme per la richiesta di asilo politico. Questione particolarmente importante, perché permetterebbe di espellere tutti i richiedenti asilo che commettono reati, rimpatriandoli grazie anche ad una collaborazione con gli altri governi mondiali.

In particolare, il governo lamenta un aumento preoccupante dei migranti, soprattutto albanesi, che chiedono asilo accusando di essere vittime di schiavitù moderna in Albania. Precedentemente bastava, infatti, la testimonianza diretta del richiedente asilo, che così pur avendo commesso reati poteva evitare il rimpatrio. Ora, invece, sarà necessario produrre delle prove (come perizie mediche o psicologiche). Similmente, è stato stipulato anche un accordo con il governo albanese per permettere un rimpatrio più semplice affinché i migranti che denunciano la schiavitù moderna possano intraprendere un processo tra i confini del loro stesso stato.