Nella giornata di ieri la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson ha visitato, assieme al ministro degli Interni Matteo Piantedosi, il centro di accoglienza per migranti di Lampedusa, al fine di verificare con mano come stiano le cose negli hotspot italiani, da tempo assediati dai richiedenti asilo. Un’occasione utile per la Commissaria anche per complimentarsi con la gestione italiani dei flussi, che tra le altre cose ha portato ad un aumento importante dei rimpatri.



Infatti, secondo dei dati citati dal quotidiano il Tempo, nei primi sei mesi del 2023 il numero di rimpatri dei migranti è aumentato di circa il 32%. In termini numerici si tratta di 536 rimpatri in più rispetto al 2022, che porta il totale annuale a quota 2.176. Lo scorso anno, a luglio, erano 1.640, mentre a livello annuale si era toccata e superata di poco la soglia dei 4.300 rimpatri. Facendo un semplice rapporto, insomma, mantenendo questa curva a fine anno saranno rimpatri circa 5.680 migranti. A livello di nazionalità, la maggior parte sono tunisini (971), seguiti dagli albanesi (343), dai marocchini (205) e dagli egiziani (167). Un segnale, insomma, sicuramente timido, ma altrettanto positivo, di una politica che sembra dare i suoi frutti.



Piantedosi: “Non ci fermiamo qui”

In calce alla visita della Johansson e di Piantedosi al centro per migranti di Lampedusa, la Commissaria ci ha tenuto a sottolineare di essere “particolarmente colpita dal lavoro che viene fatto qui ogni giorno”, sottolineando al ministro italiano che “non siete soli” e che “siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti nel Consiglio Giustizia e Affari interni, abbiamo raggiunto una maggioranza solida”.

Dal conto suo, invece, il ministro Piantedosi ha sottolineato che “l’obiettivo è rendere sempre più efficace il sistema dei rimpatri” dei migranti, parlando proprio dell’aumento che definisce “un primo timido e modesto segnale di miglioramento” della situazione emergenziale. Spiega, infatti, che la gestione del centro di Lampedusa “è conseguenza anche dei provvedimenti approvati dal governo a Cutro che anticipa la filosofia del patto approvato in Lussemburgo. Abbiamo creato un sistema in base al quale la distribuzione sul territorio possa trovare sollievo dalla possibilità di creare, a regime, nei paesi di primo ingresso degli hotspot di prima gestione“, spiegando che questo progetto per la gestione dei migranti partirà il mese prossimo con “l’individuazione di un luogo” utile.