Matteo Salvini torna all’attacco dell’Europa per l’emergenza migranti. Il vicepremier e leader della Lega chiede all’Ue di «muoversi» dopo «tante chiacchiere». Il messaggio è chiaro: «Si deve svegliare e aiutarci». Il ministro ha annunciato anche una stretta imminente sugli ingressi degli irregolari: «Ritengo che sia necessario un nuovo decreto sicurezza già a settembre, perché l’Italia non può essere il punto di arrivo dei migranti di mezzo mondo». Ne parla a Pinzolo, a margine della riunione con i sindaci del Trentino a guida Lega. La testa però è ai dossier di Roma.



Salvini rilancia sul fronte della sicurezza, chiedendo un’accelerazione sul decreto annunciato dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi prima della pausa estiva. L’obiettivo è introdurre norme per facilitare i rimpatri dei migranti considerati “violenti” o “aggressivi”. Nel decreto saranno stanziati fondi per aumentare i Centri di permanenza e rimpatrio (Cpr) sul territorio e risorse per le forze di polizia che li presidiano. Inoltre, sarà preparata una norma per applicare agli scafisti il reato di pirateria, che prevede pene fino a 20 anni di carcere.



MIGRANTI, DAI DECRETI SICUREZZA AL PIANO RIMPATRI

Matteo Salvini ha richiamato i suoi decreti sicurezza e lanciato un affondo contro l’Ue che suona come l’inizio della campagna per le Europee. «Lampedusa, Ventimiglia o Trieste non sono confini italiani: sono confini europei», dichiara dal Trentino. «L’Italia ogni anno manda miliardi di euro a Bruxelles, la difesa dei confini italiani deve essere una priorità europea. E ad oggi purtroppo non lo è stata, siamo sempre stati soli». La gestione del sistema di accoglienza preoccupa comunque tutta la maggioranza. Ci sono gli hotspot al collasso e l’hub di Lampedusa allo stremo, mentre i sindaci che lamentano falle nel sistema di “accoglienza diffusa”, la redistribuzione dei migranti tra le Regioni.



Il governo Meloni vuole dare un segnale ai sindaci. Stando a quanto riportato da Il Messaggero, si sta pensando anche di rivedere la legge Zampa sui migranti minori non accompagnati. I giovani che arrivano senza parenti né documenti, la legge prevede la possibilità di autodichiararsi minori e la “presunzione” della maggiore età per i dichiaranti. Ora le regole possono cambiare: potrebbero aumentare le verifiche degli ufficiali di polizia (dal test del polso ad altri esami anatomici) per i migranti che sostengono di essere minori. Ciò per due motivi: un migrante minore costa 100 euro al giorno allo Stato, il triplo di un adulto; inoltre, buona parte dei maggiorenni senza diritto di asilo sarà rimpatriata.