Il numero di migranti sbarcati in Italia è aumentato negli ultimi anni. Se si tiene conto di quello in corso, sono oltre 56mila quelli arrivati nel nostro Paese. Invece, l’anno scorso nello stesso periodo erano 39mila, nel 2020 meno di 19mila. A scattare la fotografia della situazione immigrazione è Libero, che segnala anche il nuovo record registrato il 27 agosto, con lo sbarco di 1.909 migranti in appena 24 ore. Ma comunque ad agosto ci sono stati diversi giorni in cui nel giro di 24 ore si superavano i mille arrivi.
Non è da escludere, inoltre, secondo il quotidiano, che il numero di persone arrivate via mare illegalmente arrivi a superare le 15mila unità. Non è solo una questione di numeri, ma anche di risorse, quindi di costi. Libero parla di un salasso per i contribuenti, in quanto i contributi delle tasse verrebbero destinati all’accoglienza degli irregolari anziché ai servizi di pubblica utilità. Secondo i conti elaborati da Libero, nel 2017 durante il governo Gentiloni sono stati spesi 4,4 miliardi. Quell’anno sbarcarono 119mila persone.
QUANTO COSTANO MIGRANTI A ITALIA: CONTI E PREVISIONI
Di conseguenza, considerando che finora sono arrivate in Italia quasi 57mila persone e che siamo ad agosto, la spesa dovrebbe quindi superare i 2 miliardi di euro, se non andare ancora oltre. Secondo Libero va tenuto conto anche del fatto che nel 2017 i migranti una volta sbarcati in Italia non venivano sottoposti ai controlli per l’eventuale diagnosi del Covid, che di conseguenza rappresenta un’ulteriore voce di spesa, tenuto conto anche dell’utilizzo di navi quarantena, che non sono affatto gratis per le casse statali. Infatti, hanno un costo, precisa il quotidiano, di 36mila euro al giorno, a cui aggiungerne 30 ogni giorni a migrante a bordo. Quando poi le navi lavoravano a pieno regime, sono stati contati anche 900 migranti a bordo, per una spesa di 27mila euro al giorno. Dunque, le stime parlano di una spesa tra 2 e 3 miliardi per quest’anno, con nessun aiuto dall’Europa. Nel 2018, quando la spesa superò i 4 miliardi, i foni dell’Ue non andarono oltre gli 80 milioni di euro, poco rispetto alla spesa necessaria.