MIGRANTI-ITALIA, L’AVVERTIMENTO DEL VICEPRESIDENTE UE SCHINAS
Il vicepresidente della Commissione Europea, il greco Margaritis Schinas, la chiama «esperienza pedagogica» quanto avvenuto negli scorsi giorni tra Italia e Francia sul caso della nave ong Ocean Viking che trasportava 234 migranti salvati nel Mediterraneo. Nell’intervista al “Corriere della Sera”, il vicepresidente con delega alla promozione dello stile di vita europeo (che include anche la migrazione, ndr) non “tende la mano” al Governo Meloni ma anzi, pone un monito che suona come un avvertimento per il futuro. «Non è il mio ruolo dare un giudizio politico da Bruxelles», sottolinea Schinas, «L’unica cosa che posso dire è che il governo italiano è nuovo. E credo che la crisi dell’Ocean Viking sia stata un’esperienza pedagogica, tutti i governi dei nostri Stati sanno bene che hanno più da guadagnare lavorando con Bruxelles e i loro partner piuttosto che contro di loro».
Fino a che non ci sarà un grande accordo unitario sul tema migranti in Ue – è di questi giorni la proposta in 20 punti formulata dalla Commissione Europea che ha trovato i primi apprezzamenti del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – conclude sul “Corriere” il vicepresidente Ue, «saremo costretti a operare come pompieri». Andando qui più vicino a quanto ribadito ancora ieri in conferenza stampa dalla Premier Giorgia Meloni, secondo Schinas non è più possibile gestire la migrazione sull’urgenza, passando di crisi in crisi: «dobbiamo rompere questo modello di lavoro e operare nell’ambito di soluzioni comuni europee strutturate e sancite dal diritto dell’Ue: la soluzione definitiva è rappresentata dalle nostre proposte contenute nel Patto per la migrazione e l’asilo».
SCHINAS AL PARLAMENTO UE: “FARE DA SOLI SUI MIGRANTI NON È UN’OPZIONE
Lo stesso vicepresidente della Commissione Ue Shinas è intervenuto oggi alla Plenaria del Parlamento Europeo per dirimere il dossier migranti in vista del prossimo Consiglio Europeo di metà dicembre: «dobbiamo fare pieno uso del meccanismo volontario di solidarietà che abbiamo concordato sotto la presidenza francese dell’Ue. Abbiamo approvato una dichiarazione di solidarietà, e migliaia di ricollocamenti sono già disponibili». Per Shinas, che è sembrato con queste parole criticare l’iniziativa di “contrasto” al potere delle Ong messo in atto dal Governo Meloni, «Salvare chi è in difficoltà in mare è un obbligo per gli Stati membri indipendentemente da come si è finiti in quella situazione di difficoltà. Salvare vite è la priorità». Il nuovo “Patto sulla Migrazione e l’Asilo”, sottolinea ancora il vicepresidente della Commissione, «migliorerà la capacità dei nostri Stati membri di gestire la migrazione su un sistema basato sul diritto dell’Ue e sul metodo comunitario».
È previsto per venerdì l’informativa ai Ministri dell’Interno da parte della Commissione Europea e in quell’occasione verranno dati «gli strumenti necessari per le soluzioni. Vi chiediamo oggi di garantire un accordo sui piani d’azione, sul patto, sulle riunioni di emergenza. I dibattiti di emergenza sono utili, ma non sufficienti quando abbiamo le soluzioni permanenti. Le soluzioni sono qui a portata di mano. Possiamo farlo, e lo faremo», conclude Schinas sul dossier migranti. Chi ha invece lanciato un messaggio diretto, di accoglienza delle istanze italiane, è il presidente del Ppe, Manfred Weber, durante il dibattito a Strasburgo: «All’Italia dico che questa è una sfida europea e non italiana, dall’Europa serve più solidarietà. Francia e Germania non hanno rispettato le promesse sui ricollocamenti, cosi non si va avanti. Siamo alle porte di una nuova crisi migratoria, gli arrivi sono già superiori al 2016-2017. La politica migratoria europea finora ha fallito». Secondo Weber, che sposa in pieno la linea dei Governi di Italia, Malta, Grecia e Cipro, «La difesa dei confini europei però deve rimanere fondamentale. Gli stati decidono chi entra in Europa, non la mafia. Nel sud del Mediterraneo la decisione sui rimpatri deve essere rapida, servono accordi di rimpatrio migliori». Secondo ministro ceco per gli Affari europei, Mikulas Bek, in merito al dossier migranti «Stiamo dedicando tutti i nostri sforzi all’attuazione della dichiarazione di solidarietà concordata a giugno. Questo meccanismo è stato concepito proprio per alleviare la pressione sugli Stati membri in prima linea. Mentre ci è voluto del tempo per mettere in funzione il meccanismo. Siamo fiduciosi che ulteriori progressi possano essere compiuti presto».