In tutta Europa cresce il numero di attraversamenti illegali da tutte le frontiere, eppure l’Unione europea finora ha lasciato ogni Paese membro in balia della crisi migranti. Secondo l’agenzia per la protezione delle frontiere Frontex, solo quest’anno è arrivato oltre un quarto di milione di persone illegalmente, più che nella crisi di rifugiati che si è registrata nel biennio 2015-2016. La situazione è destinata a peggiorare, soprattutto nel Mediterraneo centrale e nei Balcani occidentali, le rotte più attive e quelle dove a ottobre sono stati raggiunti numeri record. Ma si prevede una ulteriore ondata migratoria nelle prossime settimane. Venerdì prossimo si terrà un consiglio straordinario dei ministri degli Interni dell’Ue sull’immigrazione. Finora però alcune capitali europee hanno dovuto stabilire misure nazionali per affrontare il problema, anche se non sempre sono legalmente applicabili. Die Presse nella sua edizione odierna ha disegnato una mappa parziale ma indicativa.
Il giornale austriaco è partito dall’Austria, dove il cancelliere Karl Nehammer ha dichiarato: “Il sistema di asilo europeo ha fallito“. Quindi, ha deciso di guidare la lotta all’immigrazione clandestina a livello trilaterale, con il premier ungherese Viktor Orban e il presidente serbo Aleksandar Vucic. Il ministro degli Interni Gerhard Karer sta elaborando un piano basato sul modello Danimarca, che prevede l’espulsione degli immigrati clandestini in un Paese terzo dove aspetteranno l’esito della procedura di asilo. Copenaghen e il Regno Unito hanno concluso un accordo di questo tipo con il Ruanda, ma i piani non sono stati ancora attuali. Il problema per l’Austria è che non sarebbe un piano attuabile, perché il diritto d’asilo prevede condizioni comuni per i richiedenti che includono l’assistenza di base nel Paese. Quindi, viene chiesta una revisione delle norme Ue, mentre la Danimarca non è vincolata.
MISURE ITALIA, GRECIA E SVEZIA CONTRO CRISI MIGRANTI
Arriviamo all’Italia, che con Grecia, Malta e Cipro chiede un intervento dell’Ue contro le Ong. “Ogni Stato deve esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi che battono la sua bandiera“, hanno scritto in un comunicato congiunto. All’inizio della settimana, il governo italiano ha presentato in Parlamento un disegno di legge che minaccia le organizzazioni umanitarie di multe di 50mila euro se portano migranti in Italia senza previa autorizzazione. Secondo il governo, 100mila persone sono attualmente assistite in strutture per rifugiati e non c’è più capacità. Ma per Die Presse è improbabile che le multe alle Ong risolvano il problema, visto che solo una piccola parte dei 90mila migranti che hanno raggiunto le coste italiane quest’anno sono state portate dai soccorritori privati.
La politica migratoria della Grecia è considerata una delle più restrittive dell’UE. Infatti, il governo conservatore guidato dal primo ministro Kyriakos Mitsotakis è stato accusato più volte di aver effettuato manovre di respingimento nel Mar Egeo verso la Turchia. Atene ha negato, rivendicando invece il suo impegno nella protezione delle frontiere esterne. Inoltre, vuole costruire un muro lungo 80 chilometri vicino al fiume Evros. Nel 2021 ha designato la Turchia come “paese terzo sicuro” per migranti di cinque nazionalità che chiedono protezione internazionale in Grecia, ma la Turchia non accetta il rimpatrio di rifugiati e richiedenti asilo dalla Grecia. Persino la Svezia, una delle nazioni europee più liberali in termini di politica migratoria, sta pensando di ricorrere a misure drastiche. Il nuovo primo ministro Ulf Kristersson per evitare che i rifugiati si diano alla clandestinità vuole istituire centri di transito dove i migranti saranno ospitati fino al completamento della procedura di asilo. Per diverse organizzazioni per i diritti umani la “detenzione” minaccerebbe i diritti dei richiedenti asilo.