La Svizzera ha recentemente deciso di attuare una stretta contro i migranti sorvegliando con un maggiore numero di Forze dell’Ordine i confini con l’Italia. La decisione, riportata da parecchi media locali citati da Il Giorno, sembra rispondere all’esigenza di contenere l’ondata che sta colpendo le coste italiane, grande obiettivo dell’esecutivo di Giorgia Meloni. Da tempo, infatti, le pressioni dall’Africa sono diventate sempre più complicate da sostenere, con un numero sempre maggiore di migranti che sta spingendo il governo italiano, e parecchi partner europei, a rivedere le norme di accesso, chiudendo o sorvegliando con maggiore attenzione i confini. La Svizzera, dal conto suo, è soggetta alla rotta dei Balcani, ma le nuove limitazioni italiane fanno temere arrivi anche dalla frontiera sud del paese.
Migranti: la Svizzera teme che gli accessi dall’Italia aumenteranno
Insomma, per cercare di contenere eventuali future ondate di migranti provenienti dall’Italia, la Svizzera ha recentemente disposto, in Canton Ticino, un maggiore numero di guardie di frontiera per supportare il personale locale. Contestualmente, infatti, l’Italia ha disposto la detenzione prolungata dei richiedenti asilo al fino di sbrogliare più rapidamente le pratiche di soccorso internazionale e le eventuali espulsioni per chi non fosse in regola, con deterrente all’aumento degli arrivi.
Così la Svizzera, che normalmente teme soprattutto la rotta dei migranti che proviene dai Balcani, ora crede che nell’immediato futuro potrebbe aumentare la pressione dall’Italia. Nella visione di Berna, infatti, i richiedenti asilo potrebbero vedere nel suo territorio una via di accesso all’Europa più semplice rispetto a quella che troverebbero in altri paesi europei impegnati nella lotta alla migrazione, specialmente la Francia. “A causa dell’attuale situazione” sui migranti, si spiega in una nota dell’Udsc (l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini della Svizzera), è stato “deciso di sostenere moderatamente Dogana Sud con ulteriori collaboratori provenienti dalla Svizzera tedesca”, intensificando i controlli soprattutto sui valichi dei Grigioni, del Vallese (sul confine con Sondrio e Vco), del Canton Ticino (nel Varesotto e nel Comasco).