Un “trucco” contro il governo italiano. Un escamotage per aggirare le regole stringenti volute dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Così potremmo definire la nuova idea delle Ong, che cambiano le navi per riuscire a portare i migranti a Lampedusa. Usano barche a vela per non farsi destinare in porti lontani. A svelare il retroscena è La Verità, secondo cui ora le Ong schierano piccole imbarcazioni, che possono ospitare un numero limitato di passeggeri e che il Viminale, alla luce della tipologia del natante, non può appunto mandare ad attraccare in porti distanti. Una nuova strategia già in atto, visto che nei giorni scorsi sia la Astral di Open Arms sia la Nadir di Resq hanno ottenuto l’autorizzazione allo sbarco a Lampedusa, per poi riprendere il mare e tornare con un altro mini carico.



Se ora seguono la rotta libica, potrebbero poi spostarsi anche verso la Tunisia, che sta sorpassando la Libia come primo Paese di partenza, stando ai nuovi dati del Viminale. Fino al 2 maggio sono arrivati 24.383 migranti dalle spiagge tunisine, contro i 2.201 arrivi dello stesso periodo dello scorso anno. A questi numeri vanno aggiunti i 19.719 migranti intercettati dalla Tunisia al 30 aprile. Ma anche gli arrivi dalla Libia stanno crescendo: 16.637 sbarcati al 2 maggio, rispetto ai 6.237 sbarcati dello stesso periodo del 2022.



GOVERNO LAVORA A PIANO SULL’IMMIGRAZIONE

Quasi tutti sono finiti a Lampedusa, in un hotspot che ormai sta “scoppiando”. Infatti, il nuovo questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, si è presentato ai cancelli del centro per rendersi personalmente conto della situazione. In un’intervista alla Stampa ha rivelato di aver deciso di approfondire la questione anche dal punto di vista investigativo e di aver inviato un esposto alla procura per segnalare tutto quello che non sta funzionando. Peraltro, sta agendo d’urgenza: entro poche settimane la gestione passerà alla Croce Rossa. Nei piani c’è un hotspot solo per le identificazioni. Quindi, i migranti dovranno starci per pochi giorni, due o tre al massimo. Inoltre, potranno fermarsi non più di 400 persone alla volta, per evitare che il centro si saturi. “Nei prossimi giorni sarò in missione a Tunisi per fare in modo che si arrivi ad azioni condivise con quel Paese e a un blocco delle partenze“, ha annunciato invece il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Nel frattempo, si lavora al Piano sull’immigrazione che prevede un aumento dei posti tra Sicilia e Calabria per evitare situazioni d’emergenza a Lampedusa e per gestire le ondate di arrivi in maniera ordinata. L’obiettivo è decongestionare Lampedusa. Il governo – ha spiegato il prefetto Valerio Valenti, commissario per l’emergenza immigrazione – sta lavorando anche ad un’ordinanza per offrire ai prefetti e sindaci uno strumento per attivare strutture di prima accoglienza con massimo 50 posti, quindi a bassa soglia. In questo caso, si punta a due-tre strutture nelle regioni più grandi e una in quelle più piccole.

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