Tra Egitto e Italia c’è la volontà politica di far progredire le relazioni anche attraverso progetti di industrializzazione e collaborando sui dossier energia e migranti. Lo assicura il premier egiziano Mostafa Madbouly nell’intervista resa al Giornale, in cui spiega che ci sarà, ad esempio, il rafforzamento della presenza delle imprese italiane in Egitto nei settori dell’agricoltura e dell’alimentazione. Il tema dei migranti resta quello più delicato. «Credo che l’unico punto che possa frenare l’immigrazione clandestina è che l’Europa si interessi allo sviluppo del Nord Africa. Se un giovane trova un buon lavoro, preferisce restare nel suo Paese. E si deve anche pensare a formare i nostri giovani nelle specialità di cui l’Europa ha bisogno», spiega Madbouly, aggiungendo che si sta discutendo anche della formazione in loco. D’altra parte, è pur vero che l’immigrazione più massiccia non arriva dall’Egitto.
Infatti, sui migranti il primo ministro egiziano tira subito in ballo la Tunisia. «Il ritorno a una buona situazione economica di Paesi come la Tunisia limiterebbe l’immigrazione clandestina da Stati nordafricani verso l’Europa. È fondamentale la stabilizzazione dell’area, bisogna puntare anche a stabilizzare la Libia, ma poi bisogna anche mantenerla, la stabilità…». Oltre al tema migranti, c’è la guerra in Ucraina che ha ripercussioni in Nord Africa, del resto gli equilibri mondiali sono cambiati e c’è una nuova realtà geopolitica, ma il premier egiziano Mostafa Madbouly assicura che «l’Egitto vuole mantenere relazioni con tutte le parti. È una nostra caratteristica, e il presidente Al Sisi ci chiede questo».
IL MONDO ARABO, LA TURCHIA E IL NODO SINAI
La concorrenza delle altre potenze regionali non preoccupa l’Egitto, che cerca infatti di non farla nella convinzione che si completi con gli altri Paesi del mondo arabo. Con la Turchia, invece, si cerca di normalizzare i rapporti. «Comprendiamo la forza della Turchia nella regione, Il Cairo e Ankara hanno relazioni storiche. Ma i problemi dell’ultimo periodo sono legati al supporto della Turchia ai Fratelli musulmani, che l’Egitto sta invece cercando di eradicare», afferma il premier egiziano Mostafa Madbouly al Giornale. Questa è anche l’occasione per lanciare un avvertimento all’Ue: «L’influenza dei Fratelli Musulmani o di qualsiasi altro movimento estremista basato sull’idea di dividere la società è una minaccia grave, anche per l’Europa». C’è poi il nodo Sinai: qui l’Isis e altri gruppi cercano da tempo di destabilizzare l’area. «Gli estremisti volevano instaurare un califfato, ma la verità è che non è una guerra semplice o convenzionale. Abbiamo scoperto un sostegno ampio a opera non di un semplice gruppo, ma di organismi professionali». Un modo per contrastare tutto ciò è combattere la povertà e la marginalizzazione dei giovani, che altrimenti abbracciano le ideologie estremiste.
LA PARTNERSHIP CON L’ITALIA
In parallelo l’Egitto investe in progetti importanti, vista la crescita costante della popolazione: si costruiscono nuove città e si modernizzano le aree rurali, si investe nelle infrastrutture e nelle nuove tecnologie. Anche per tutti questi motivi l’Egitto cerca di attrarre investimenti esteri, soprattutto nel settore industriale. Ci sono anche progetti con l’Italia per la produzione di idrogeno verde usando l’elettricità da fonti rinnovabili e idrogeno blu tramite lo stoccaggio di CO2 in giacimenti di gas naturale esauriti. «Se ci riusciamo, l’Italia può diventare un hub per l’Europa. A oggi abbiamo un mercato promettente e accordi distinti di esportazione con i Paesi continentali», aggiunge Mostafa Madbouly. Infine, per quanto riguarda i diritti delle donne, l’obiettivo del governo egiziano è criminalizzare i matrimoni delle spose bambine nelle zone rurali. Peraltro, la loro autonomia è anche un aiuto a ridurre la sovrappopolazione: «Se si realizzano negli studi, nel lavoro e nella vita non sentiranno più il bisogno di fare tanti figli».