Nessun attrito tra Roma e Bruxelles sui migranti, anzi l’Unione europea sposa la linea del governo Meloni. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel scrive alla premier per invitarla a lavorare insieme contro gli scafisti. L’obiettivo è attuare le conclusioni dell’ultimo vertice di febbraio, pure rapidamente. «E conto fermamente sull’Italia in questo senso. Lavorando insieme e agendo con decisione dobbiamo evitare che si ripetano tragedie così terribili come quella al largo della Calabria». Riguardo il naufragio di Cutro, Michel parla di «un forte richiamo alla necessità di trovare soluzioni reali e praticabili per gestire meglio la migrazione e combattere il traffico di migranti».



Ricorda, dunque, che le misure concordate sono quelle proposte dalla premier Giorgia Meloni, come il «rafforzamento delle azioni tese a prevenire le partenze irregolari e la perdita di vite umane», riducendo così «la pressione sulle frontiere della Ue e sulle capacità di accoglienza», combattendo al contempo gli scafisti. Quindi, l’agenda del governo italiano è diventata quella dell’Ue. Le divergenze d’opinione non mancano, come sul tema dei ricollocamenti (Francia, Germania e Olanda, ad esempio, non vogliono collaborare), ma si registrano passi in avanti importanti sulla consapevolezza che la pressione migratoria non può pesare solo sui paesi di primo approdo, a partire dall’Italia. Infatti, Palazzo Chigi esprime un «sentito apprezzamento per le parole rivolte all’Italia dal presidente del Consiglio europeo».



MIGRANTI, “CHARLES MICHEL IN SINTONIA CON GOVERNO ITALIANO”

Quanto dichiarato da Charles Michel, «è in piena sintonia con l’azione del governo italiano in Europa volta a una migliore gestione della migrazione e al contrasto del traffico di migranti». Infatti, in ballo c’è ciò che chiede il governo Meloni fin dal suo insediamento: aumento della protezione dei confini marittimi, cooperazione rafforzata coi Paesi del Nordafrica in materia di rimpatri e riammissione, lotta al traffico di migranti e il potenziamento dei flussi regolari. Nella nota della presidenza del Consiglio si legge che «come sottolineato dal presidente Michel, occorre realizzare misure concrete di aumentata azione esterna, una cooperazione rafforzata in materia di rimpatri e riammissioni, il controllo delle frontiere esterne dell’Ue e la lotta al traffico di esseri umani, utilizzando tutte le politiche e gli strumenti necessari da parte dell’Ue». Per Meloni la tragedia di Cutro «rende ancora più improcrastinabile l’attuazione di quanto deciso» dai leader Ue a febbraio. Il fatto di avere al proprio fianco «la determinazione del presidente Michel» non può che essere un viatico e «un ulteriore passo in avanti in vista del Consiglio europeo di marzo». Nessun impegno concreto, ma un cambio di passo evidente. Basti pensare ai rapporti con la Francia che si opponeva alle navi delle Ong dirette nei propri porti e si rifiutava di ospitare la quota di migranti concordata in ambito europeo.

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