La Gran Bretagna da più di un anno a questa parte ha fatto della lotta ai migranti irregolari un vero e proprio caposaldo dell’azione del governo. Tra la crisi in Ucraina e la fine delle limitazioni agli spostamenti interni all’Unione Europea dopo l’interruzione delle restrizioni per il covid, infatti, il numero di accessi irregolari, tramite le pericolose rotte dei trafficanti umani, è aumentato a dismisura, in un trend che difficilmente sembra invertire la sua rotta verso l’alto.



L’intenzione di Rishi Sunak, il primo ministro della Gran Bretagna, per frenare le orde di migranti è portare la questione all’interno del vertice della Comunità politica europea che si sta tenendo in Moldavia in questi giorni. In realtà, il principale punto che il vertice vuole affrontare è la guerra in Ucraina, dal punto di vista soprattutto del sostegno che si può fornire a Kiev, ma secondo Sunak la migrazione sta diventando un problema “senza precedenti” che minaccia i confini dell’Europa. Il primo ministro ha anche esortato i 46 leader europei a dare risposte chiare e precise sul problema del migranti, seguendo l’esempio della Gran Bretagna ed unendosi nella sua lotta.



Migranti: accordi in vista tra UK e Bulgaria contro la Turchia

Ma oltre ai discorsi, il primo ministro della Gran Bretagna, per dare una svolta significativa alla lotta contro i migranti, punta anche a nuovi accordi internazionali, che sono già stati in parte presi. Da un lato, infatti, starebbe lavorando ad un accordo con la Moldavia (dalla quale sono arrivati circa 17 persone nell’ultimo anno) che punti, soprattutto, a dissuadere tanto i richiedenti asilo, quanto i trafficanti illegali.

Ma l’accordo più importante preso dalla Gran Bretagna contro i migranti irregolari è sicuramente quello con la Bulgaria. Si tratta, infatti, di un paese chiave per gli ingressi irregolari, dal quale transitano la maggior parte dei richiedenti asilo che l’UK accoglie ogni giorno, in larghissima parte provenienti dalla Turchia. Secondo l’NCA americana, infatti, è il governo turco a fornire buona parte delle imbarcazioni ai trafficanti, incentivando i migranti a lasciare il paese, pena la deportazione in Afghanistan. Un tentativo, insomma, per “distruggere il modello di business” dei criminali, secondo il primo ministro.