Migranti, via al nuovo piano del Viminale per i rimpatri assistiti che prevede l’erogazione di beni fino a 2mila euro di valore per ogni persona che decide di tornare nel proprio paese di origine. Un provvedimento per il quale il governo ha stanziato cinque milioni di euro nel tentativo di rimandare a casa quanti più soggetti garantendo loro assistenza di base fino all’effettiva reintegrazione. L’obiettivo è quello di coinvolgere almeno 2500 persone alle quali sarà offerto un sostegno economico per aiutare l’avvio di attività commerciali imprenditoriali, l’affitto di locali o l’istruzione dei figli.
Non saranno offerti contanti ma il pagamento di servizi per tutti coloro che sono arrivati con l’intenzione di chiedere protezione internazionale ma non hanno i documenti in regola. Il ritorno, come anticipa La Repubblica, sarà volontario, e dovrà essere richiesto tramite bando pubblico al fondo asilo integrazione dello stato, destinato in particolare a chi proviene da zone come: Bangladesh, Pakistan, Nigeria, Egitto, Costa d’Avorio, Tunisia e Marocco.
Piano rimpatri assistiti migranti, programma del governo: 2000 euro per chi vuole tornare a casa
Piano di rimpatrio volontario di migranti irregolari, il governo ha illustrato con la circolare pubblicata dal Dipartimento per le libertà civili e immigrazione del Viminale, destinata a a tutte le prefetture, la nuova iniziativa che coinvolgerà soggetti provenienti da vari paesi. Si prevede uno specifico programma di assistenza al rientro con erogazione di servizi fino a 2000 euro per soggetto titolare e 1000 euro aggiuntivi per ogni componente della famiglia. La misura sarà pubblicizzata negli enti di accoglienza e le associazioni, soprattutto per informare i migranti a rischio espulsione o già colpiti da provvedimento della possibilità di partecipare al bando per ottenere l’aiuto economico.
Un programma che il Viminale prevede di seguire con monitoraggio di tutti i passaggi, a partire dalla partenza fino alla sistemazione nel paese di origine. Il servizio di consulenza sarà potenziato per cercare di ottenere un successo, che in passato non aveva dato i risultati sperati. Fino ad ora infatti sono stati pochi quelli tornati a casa, soltanto il 2% rispetto rispetto al numero totale degli arrivi ha manifestato negli ultimi cinque anni la volontà di essere rimpatriato.