Abrogate le quote massime per l’ingresso dei lavoratori stranieri. Lo prevede un emendamento al decreto sicurezza presentato dal Pd e approvato dalla commissione Affari costituzionali della Camera. Il meccanismo attualmente in vigore prevede che il governo approvi un Documento programmatico triennale sull’immigrazione regolare, a cui poi seguono decreti flussi annuali da approvare entro il 30 novembre. Questi devono indicare le quote massime di stranieri ammessi in Italia regolarmente, a cui concedere poi il permesso di soggiorno per lavoro. Se manca il decreto programmatico annuale, il governo in via temporanea può emanare un decreto flussi, “nel limite delle quote stabilite nell’ultimo decreto emanato”. L’emendamento su cui si è scatenata la protesta del centrodestra abroga il limite del 30 novembre e quello delle quote massime. Per questo Nicola Molteni della Lega ha invitato l’opposizione «a non accettare passivamente questo ulteriore peggioramento del decreto». Inoltre, ha parlato di un atto «criminale», per il quale l’Italia diventa una sorta di Eldorado per i migranti con la norma che dice «c’è lavoro per tutti, mentre non c’è nemmeno per gli italiani».
VIA QUOTE MASSIME STRANIERI IN DL FLUSSI: GLI EFFETTI
Per Nicola Molteni l’emendamento del Pd al decreto sicurezza manda «un messaggio drammatico, terrificante». Ma il viceministro Matteo Mauri ha chiarito che la norma in questione non riguarda l’attuale governo. «La norma serve a dare maggiore duttilità a qualsiasi governo, su un limite temporale che non ha senso e sui parametri da adottare per emanare un nuovo decreto flussi», ha dichiarato, come riportato da Repubblica. Di conseguenza, togliendo il vincolo temporale, si «mette un governo nelle condizioni di decidere, poi se ne assume le responsabilità». Ma i deputati della Lega in commissione Affari costituzionali protestano e parlano di una «sanatoria criminale». Giudicano, infatti, «gravissimo lo stop al tetto delle quote nei decreti flussi approvato nel decreto Sicurezza con un emendamento del solito Pd». Ritengono, infatti, che in questo modo vengano aperte le porte a tutti, «con il rischio di far entrare più stranieri di quanti l’Italia possa assorbire e ingrossare così le fila della criminalità».