Non si sa neppure il nome, solo che è una delle ultime vittime di un naufragio di migranti in Tunisia. Dopo il caso di Alan Kurdi, il bambino di tre anni che otto anni fa il mare restituì cadavere sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, un’altra foto diventa icona della tragedia delle migrazioni e che grida alle nostre coscienze. La telecamera di France Press ha, infatti, ripreso il corpicino senza vita che galleggia tra le onde. Aveva forse meno di tre anni, secondo quanto potuto intuire dai medici legali.



La mamma, scomparsa tra le onde, l’aveva vestita con una tuta rosa pesante e un cappellino grigia. Voleva probabilmente proteggerla dal freddo che avrebbe sofferto durante la traversata in mare. La bambina, forse di origine camerunense, secondo quanto indicato dalle autorità tunisine, è stata trovata dalla Guardia costiera al largo di Sfax, dove nell’ultima settimana ci sono stati altri due naufragi di migranti che provavano a scappare dalla Tunisia.



DUE NAUFRAGI DI MIGRANTI AL LARGO DELLA TUNISIA

I migranti volevano sfruttare una delle piccole finestre temporali che lo scirocco ha concesso nell’ultimo mese per provare la traversata ma, secondo quanto riportato da Repubblica, forse sono partiti troppo tardi, perché i due barchini di migranti sono stati sorpresi dalla tempesta e il mare se li è presi. Sono almeno 17 i morti che sono stati accertati, tra cui cinque bambini che inizialmente sono stati dati per dispersi, insieme ad altre 35 persone che sono sparite in mare. Non si sa se la bambina che è stata fotografata viaggiasse con loro, in uno di quei due barchini, o se fosse su una barca di cui nessuno ha avuto notizia finora e che il Mediterraneo ha inghiottito in questi giorni. Del resto, un naufragio è noto solo se qualcuno sopravvive. Stando ai dati ufficiali dell’Oim, l’organizzazione internazionale per le migrazioni, sono 1.154 le vittime registrate da gennaio ad oggi. Ma appunto il mare delle due sponde del Mediterraneo è pieno di barchini vuoti, da cui non si può evincere la sorte di chi era a bordo.