VON DER LEYEN E MICHEL: IL PIANO UE SUI MIGRANTI SLITTA A MARZO
Slitta tutto al Consiglio Europeo di marzo: la “scena” dell’ultimo vertice straordinario del 9-10 febbraio è stata infatti tutta “rubata” o quasi dalla presenza del leader ucraino Volodymyr Zelensky e perciò il piano migranti Ue e il piano industriale green (anche se un primo via libera sulle case green è arrivato dal Parlamento, qui i dettagli) vedono ritardare di qualche settimana la discussione finale. Detto ciò, nella due giorni di Consiglio Ue si sono intavolate le prime basi di modifica/discussione sul piano migranti Ue inviato dalla Presidente Ursula Von der Leyen ai leader europei a fine gennaio.
«Il Consiglio europeo ha chiaramente riconosciuto che la migrazione è una sfida europea che richiede una risposta europea», ha detto in conferenza stampa la leader della Commissione Ue, supportata dalle parole del Presidente del Consiglio Ue Charles Michel al suo fianco. «Abbiamo avuto un dibattito sulle migrazioni. E’ stato uno scambio di qualità, franco, molto rispettoso. Con la consapevolezza che è un ”soggetto” comune per l’Ue e che lo dobbiamo trattare insieme per dare una risposta europea», ha detto l’ex Premier belga, ribadendo i tre domini su cui è stato già trovato l’accordo tra i 27 Paesi, «l’azione esterna, per rafforzare la cooperazione con i Paesi terzi su rimpatri e riammissioni; il controllo e protezione dei confini esterni, il consiglio dei ministri affronterà anche la questione dell’attuazione dell’accordo di Dublino; infine l’attività delle Ong in mare».
PIANO MIGRANTI UE, COSA HA DETTO LA PRESIDENTE VON DER LEYEN
L’emergenza migranti eran e dovrebbe essere una risposta europea comune, la battaglia di tutte le battaglie portata avanti dall’Italia (con Grecia e Malta, su tutte) negli ultimi anni e con forza ora con il Governo Meloni: il piano migranti della Presidente Ue Von der Leyen apre per la prima volta a soluzioni che possano essere concretamente un inizio di risposta “comunitaria” ad una emergenza a 360 gradi. «I leader hanno concordato di riconoscere reciprocamente le decisioni sui rimpatri, cosa che consentirà di velocizzarli. Il principio è che la decisione di rimpatrio presa in un Paese vale in tutti i Paesi Ue. Se quella persona si trasferisce in un altro Paese membro non dovrà essere sottoposta alla stessa procedura perchè quella decisione presa in un Paese varrà in tutta Europa», ha detto ancora la Presidente Von der Leyen dopo il dialogo stretto con i 27 leader Ue.
«Le frontiere devono essere gestite», ribadisce la n.1 della Commissione Ue cambiando decisamente i “toni” usati negli anni scorsi sul tema migranti. L’Europa si concentrerà, ha detto ancora Von der Leyen con Michel, su due progetti pilota sui confini: «Forniremo un pacchetto integrato di infrastrutture mobili e fisse, dalle automobili alle telecamere, dalle torri di guardia alla sorveglianza elettronica. Ciò richiede finanziamenti dell’Ue, finanziamenti bilaterali e/o contributi bilaterali e, naturalmente, richiede anche finanziamenti nazionali». Non solo, verranno poi lanciati progetti pilota di procedure di frontiera al fine di «mostrare le migliori pratiche in termini di registrazione, procedure di asilo rapide ed eque, come affrontare il rimpatrio. Frontex e l’Agenzia per l’asilo dell’Ue ed Europol a sostegno di questi progetti pilota». Nel prossimo Consiglio Ue di marzo verrà poi affrontata anche la questione dell’attuazione dell’accordo di Dublino sulla redistribuzione dei migranti, oltre che il tema annoso delle Ong: «Mentre aspettiamo l’adozione del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, dobbiamo sostenere meglio gli Stati membri sotto pressione, quindi i meccanismi volontari di solidarietà devono portare un’effettiva solidarietà. Allo stesso tempo, è importante affrontare i movimenti secondari attraverso la corretta applicazione del meccanismo di Dublino», ha concluso Von der Leyen. Tra le prime reazioni registriamo quelle del cancelliere tedesco Olaf Scholz, il quale ammette «non siamo d’accordo su tutto, ma vi è l’orientamento generale a trovare soluzioni pragmatiche. I leader sono nella condizione di concordare iniziative di solidarietà per il futuro per gestire la migrazione»; da par suo, la leader italiana Giorgia Meloni si dice «soddisfatta del risultato di questo Consiglio Ue», nonostante i punti da ottenere ancora sono diversi e tutti da sviscerare nel prossimo vertice europeo.