LO STORICO DELLE MIGRAZIONI LUFT: “UE E GERMANIA, APPROCCIO IDEOLOGICO SUI MIGRANTI”

«C’è un forte orientamento ideologico in Europa sul tema della migrazione»: lo spiega in una lunga intervista alla “Welt” lo storico delle migrazioni e politologo Stefan Luft. Mentre i leader europei sono impegnati ormai da mesi a difficili discussioni sul tema migranti, con l’Italia del Governo Meloni a tentare di far valere le proprie ragioni circa un maggior intervento comunitario dell’Unione Europea per ovviare ai flussi incontrollati dall’Africa e dai Balcani, l’esperto in materia nella Germania un tempo considerata “perfetta” nel gestire il fenomeno migratorio spiega a che punto siamo arrivati oggi e perché i problemi siano ancora tutti lì senza essere stati risolti.



«La Turchia agisce come Stato cuscinetto. Il Paese ha accettato di impedire l’attraversamento dei confini di molti siriani in cambio di miliardi di promesse da parte dell’UE, mentre la Grecia sta attuando una severa protezione delle frontiere». Il fatto che lo sfidante sconfitto di Erdogan – Kilicdaroglu – abbia recentemente affermato che tutti i siriani dovrebbero lasciare il Paese, spiega ancora lo storico, «potrebbe essere una spacconata da campagna elettorale, ma dovrebbe far sì che l’UE si alzi e ne prenda atto. È essenziale un forte sostegno ai vicini degli Stati in crisi». Luft ne è convinto quando taccia di approccio ideologico la maggior parte degli “attori” europei in gioco sul fronte migrazioni: «Chiunque sostenga che l’attrattiva degli standard di vita e i diritti legali alle prestazioni sociali e ai diritti di soggiorno non abbiano alcun effetto incentivante deve pensare che i migranti siano completamente stupidi. I rifugiati non sono una massa priva di volontà, ma attori capaci di agire».



“COLONIALISMO, MIGRAZIONI E FUTURO INCERTO: COSA HA DETTO STEFAN LUFT

In generale, Luft rileva sulla “Welt” di come esista un «forte orientamento ideologico in alcune parti della ricerca sulla migrazione e per coloro che vi accedono, con poche eccezioni, non c’è dubbio che condividano gli assunti normativi di base di queste istituzioni politiche». In primo luogo, occorre capire che la migrazione non è affatto un dato “normale” come molti pensano: «è inizialmente errato; la sedentarietà è il caso normale, il 95% della popolazione mondiale non migra. La conseguenza del primo assunto porta al secondo assunto di base: controllare i movimenti migratori, cioè regolamentarli da parte dello Stato, è come cercare di evitare un’eclissi lunare».



Serve scordarselo insomma di poter controllare agilmente i flussi migratori irregolari: l’unica modalità, spiega Luft, «è creare più opportunità di migrazione legale per ridurre la migrazione irregolare attraverso il sistema di asilo, è il messaggio». Infine, il terzo assunto comune da decostruire è che il colonialismo sia una sorta di colpa ereditata dall’Occidente: «Gli Stati ricchi hanno tratto profitto dallo sfruttamento e hanno causato molte delle difficoltà odierne nei Paesi d’origine. La migrazione è una conseguenza che deve essere accettata»; ecco secondo Luft occorre andare oltre questi concetti “precostituiti” per rilevare come oggi serva invece controllare e regolare un fenomeno esistente e che non si può più far finta di non considerarlo come un “problema” a tutto tonfo.