Miguel Gobbo Diaz si è già rimboccato le maniche e sta lavorando alle riprese della serie Zero, prodotta da Netflix e dedicata al primo supereroe italiano nero. “Mi godo gli ultimi giorni di vacanza perchè dovrà tornare qualche giorno prima per fare il tampone”, ha spiegato a Vanity Fair in questi giorni. I fan del giovane attore però non dovranno attendere così tanto per rivederlo presto in tv. Oggi, giovedì 10 settembre 2020, Nero a metà 2 farà il suo debutto su Rai 2 e Miguel Gobbo Diaz ritornerà a vestire i panni del suo Malik Soprani. Anche in questo caso si tratta di un’occasione inedita, visto che è il primo Ispettore di colore della tv italiana. “Si erano viste diverse attrici di colore prima, ma Malik è il primo italiano di seconda generazione che sceglie la carriera del poliziotto”, ha sottolineato, “una scelta così non così comune per un ragazzo che arriva dall’Africa e che ha apparentemente a disposizione meno possibilità rispetto agli altri“.



I suoi primi passi nel mondo dello spettacolo risalgono a dieci anni fa, quando è stato selezionato al Centro Sperimentale. Solo che non era così frequente che una persona di colore riuscisse ad entrare nelle ‘grazie’ dei provinatori. “Non mi sono mai arreso”, ha aggiunto, “ho sempre cercato di fare il mio lavoro e per un po’ ho fatto avanti e indietro da Londra, una città che offre più possibilità e sfide da affrontare“. Nella capitale britannica però, Miguel ha svolto altri mestieri, dal barista al cameriere fino al cuoco. E così è riuscito ad ottenere una buona dose di versatilità. Nel frattempo ha studiato recitazione e inglese e poi Nero a metà gli ha dato l’opportunità giusta per finire in televisione.



Miguel Gobbo Diaz, quante similitudini con Malik

Ci sono diverse similitudini fra il vissuto di Miguel Gobbo Diaz e il suo Malik, il personaggio che ritornerà ad interpretare in Nero a metà 2. Entrambi provengono dalla Repubblica Dominicana e sono arrivati in Italia da piccolissimi. L’attore in particolare aveva 3 anni quando la madre ha conosciuto il futuro padre adottivo di Miguel. “Si sono conosciuti a Santo Domingo“, ha specificato a Vanity Fair, “si sono frequentati e poi hanno deciso di trasferirsi in Italia, più precisamente a Creazzo, il paese natale di papà”. L’attore però torna spesso nella sua patria di origine, di solito ogni 6/7 anni. Anche se il 2020 non gli ha dato la possibilità di partire, vista la pandemia che ha colpito tutto il mondo. “Spero di recuperare l’anno prossimo“, ha aggiunto, “così da rivedere tutti i parenti di mia madre, le sue otto sorelle e i suoi due fratelli: praticamente una squadra di calcio“. E pensare che Miguel non ha sempre avuto il pallino della recitazione. Quando era piccolo e fino ai suoi 15 anni, sognava di diventare calciatore. Si allenava ogni giorno, “Ma non avevo i piedi perfettamente buoni, come si dice. Alla fine optai per la recitazione, anche se conservo ancora la mia fede al Milan e, soprattutto, al Lanerossi, una delle squadre più vecchie che abbiamo in Italia“.

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