Mika ha stilato insieme a Mara Venier la lista delle persone che non ci sono più e che rappresentano le più importanti della sua vita. Oltre alla sua famiglia, ha inevitabilmente citato anche “le persone che non ci sono più, il mio compagno da 13 anni, lui odia che parli di lui, è un campagnolo si può dire, e poi mia madre”. Inevitabile un accenno al momento delicato della sua vita che sta passando, ed il riferimento è alla malattia della madre. “Durante la scrittura dell’album la vita si è complicata dal punto di vista personale”, ha rivelato, per poi parlare della perdita delle sue due nonne, di alcuni amici e della battaglia che la madre sta conducendo contro il tumore. Proprio la madre lo ha sempre convinto sin da piccolo a dedicarsi con passione allo studio della musica. “Mi hanno buttato fuori da scuola. Lei mi guarda e mi dice “Ok, non vai a scuola, non funziona. Tu vai al parco, al pomeriggio lavori con me”. E da lì è cominciato questo allenamento. La situazione era seria, non potevo leggere e scrivere, avevo smesso di parlare per tre mesi. Avevo perso il mio senso di valore. Lei sapeva che mi piaceva la musica e ha fatto la prima cosa per rimettere il valore che avevo perso. Dopo 4 mesi di allenamento con lei e una insegnante russa che parlava inglese mi gridava in russo tutto il tempo, mi ritrovo cantando all’Opera reale di Londra”, ha spiegato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“Mia madre? Ha avuto un intervento e ho visto la sua fragilità”
Nel corso dell’intervista di Domenica In, Mika ha avuto la possibilità di ricordare il lungo periodo di studio che in adolescenza lo ha reso la stella che è oggi. Il suo successo è infatti frutto della determinazione di sua madre, che da giovanissimo lo costrinse a sottoporsi a estenuanti lezioni di musica. “Pensavo che fosse durissima e anche un po’ matta”, svela l’artista, che per tanto tempo ha avuto un rapporto conflittuale con sua madre. “Dopo 4 mesi di allenamento – ricorda però il cantante – mi ritrovo a cantare all’Opera di Londra, sono pagato, non tanto, ma sono pagato, […] ho capito di valere”. Oggi, però, Mika ha capito quanto sia stato grande l’amore che sua madre ha racchiuso in quell’atteggiamento solo in apparenza così intransigente: “vedere la fragilità di una donna che ti ha sempre spinto è terrificante […] lei – spiega l’artista – ha avuto un intervento gravissimo al cervello, tre settimane dopo ho messo un microfono di fronte a lei e le ho detto ‘mamma, adesso canti’. Per tre ore e mezza mi ha guardato, però l’ha fatto. I miei fratelli non capivano, io le ho detto ‘canti, così trasformiamo questa cosa qua in qualcosa di bello’. […] Spesso – conclude Mika – si fa troppo tardi e non volevo si facesse troppo tardi”. (Agg. di Fabiola Iuliano)
“La vita è un caos, a volte lanciamo delle sfide e io…”
Nel salotto di Domenica in, Mika svela che il suo nuovo album nasce da una consapevolezza, che lo ha portato a scindere l’artista dal vero Michael. Il disco gli ha permesso infatti di fare un viaggio interiore attraverso se stesso, ripercorrendo quel doloroso passato che non ha mai dimenticato: “mio padre è stato preso in ostaggio nella prima Guerra del Golfo – spiega l’artista nel salotto di Mara Venier – È rimasto nell’ambasciata americana per otto mesi e quando è tornato non era più papà, ma era Michael. È tornato, era magro, abbiamo avuto problemi di famiglia – ricorda Mika – e ho avuto questa separazione di cui non sono stato cosciente per tutta la mia vita”. Oggi, però, Mika è riuscito a guardarsi dentro: “ho visto cosa succedeva, c’era l’identità di Mika, la star che fa musica e ho voluto capire perché c’era questa cosa qua e ho preso coscienza”. Un passaggio necessario, che l’ha reso finalmente sereno: “la vita è un caos, a volte lanciamo delle sfide, come fare pace con questa parte della mia famiglia, senza sapere perché”. (Agg. di Fabiola Iuliano)
“Il mio nome legale è Michael, Mika è un’identità che…”
Mika si esibisce a Domenica In, prima di dare il via a un’emozionate intervista. Nel salotto di Mara Venier, che lo accoglie confessandogli di essere una sua grandissima fan, la stella della musica internazionale confessa di conoscere “la zia della televisione italiana”: “è bello rivedere uno show con il cuore – spiega Mika – si sente che il cuore sta battendo, sono felicissimo di essere qui, da una parte, dall’altra non so cosa succederà; ma c’è un cuore che batte – spiega l’artista – ed è cosa rara. In uno show come il tuo non si sa dove si andrà – aggiunge infine – e questo è anche bello”. Mika spiega di essere nel bel mezzo di un periodo particolare: “è un momento un po’ strano, in cui sto facendo produzione, mi alzo abbastanza presto, c’è la tv e la radio, ogni giorno in un altro paese […] La mia vita adesso è al servizio del nuovo disco”. Un disco che segna un momento della sua vita molto importante: “il mio nome legale è Michael, come mio padre, il nome Mika l’ha scelto mia madre, Mika è sempre stata una sorta di identità che io sono diventato. Mika era il ragazzo che cantava”. (Agg. di Fabiola Iuliano)
Quatto anni fa l’ultimo disco
Mika torna ospite a Domenica in da Mara Venier. Oltre a essere intervistato sulla sua vita e la sua carriera, il cantante e showman libanese si esibirà sulle note di due dei suoi più grandi successi, Stardust e Tomorrow. Il suo nuovo album, invece, s’intitola My Name Is Michael Holbrook, e rappresenta un po’ un ritorno alle origini. Mika ha sempre associato questo nome a bollette e multe da pagare, ma ultimamente è riuscito a farci pace. In un’intervista ad Amica, Mika ha spiegato che si tratta di “una provocazione… a me stesso”. “Questo è il mio quinto album, l’ultimo risaliva a 4 anni fa. Se mi proietto tra 20 anni, mi immagino ancora come cantante, perché è questo il mestiere che mi piace fare. Per questo, però, sento una profonda responsabilità: quella di ‘allineare’ tutte le parti di me. Mi sono guardato dentro e mi sono chiesto perché il mio ‘io’ nella vita privata si fosse allontanato dal Mika che canta sul palco. Mi sono concesso il tempo di cui avevo bisogno e ho pubblicato questo disco. Un disco in cui finalmente mi sento ‘persona’ e non ‘personaggio'”.
Chi è Michael Holbrook (Mika)?
Ma chi è, davvero, Michael Holbrook in arte Mika? Anzitutto, “cos’è”: “È il mio nome legale. È il cognome di mio padre. Il fatto è che, dopo un’ora dalla mia nascita, mia madre già mi chiamava Mika. E io, infatti, odio il mio nome legate. Perché è legato alle tante multe che prendo e alle lettere burocratiche che ricevo, che mi fanno paura. Non mi piace quando qualcuno mi chiama ‘Michael’. Mi sono chiesto se questo mio odio dipendesse solo dall’associazione alle tasse o se ci fosse un motivo più profondo. Perché Holbrook è il cognome di mio padre e io odio questo cognome. E ci sono state tante, tantissime volte in cui mi sono ripetuto: ‘Io non sono Michael, non sono come mio papà: io sono Mika’. Chiamare questo disco My Name Is Michael Holbrook è stato un modo per liberarmi dalla distanza che mi separava da mio padre. E per accettare quella parte della mia identità che, senza sapere perché, avevo rifiutato“.
Mika: la genesi dell’album
Questo progetto è nato in maniera un po’ strana: “Mi chiedevo da dove venisse mio padre, che è originario di diversi Paesi. Così ho guidato da Miami a Savannah Georgia, da dove proviene la sua famiglia. Io, nato in Libano e cresciuto tra la Francia e la Gran Bretagna. L’idea di provenire anche da lì continua a risultarmi assurda”. Ma tant’è: “Sono andato al cimitero di Bonaventura e ho visto una tomba con il mio cognome, in parte cancellato dal tempo. Era di un uomo morto quasi 100 anni fa. Sono tornato a casa e ho scritto Tiny Love. E a un certo punto ho dichiarato: ‘My name is Michael Holbrook/I was born in 1983’. È stato il punto di partenza che mi ha mostrato la direzione giusta. Subito dopo aver deciso il titolo del disco, ho ricevuto una telefonata. Era mio padre che mi diceva di tornare subito a casa, perché mia madre stava molto male. Ma come: proprio ora che avevo fatto pace con il mio passato e con la mia famiglia, mia madre rischiava di morire?”. Una strana coincidenza, ma alla fine nessun lutto.