Mike Faist chi è: attore americano nel cast di Luca Guadagnino
Nella puntata in onda oggi di Che Tempo che fa, ci sarà un ospite internazionale molto apprezzato: Mike Faist, nome d’arte di Michael David Faist. Attore e cantate americano sarà presente in trasmissione in occasione dell’uscita del nuovo attesissimo film di Luca Guadagnino Challengers. La pellicola arriverà in sala dal 24 aprile con protagonista, e produttrice Zendaya.
Faist è nato e cresciuto a Gahanna, nell’Ohio, e vanta un curriculum cinematografico non indifferente. Ha esordito a teatro con i musical Newsies e Dear Evan Hansen. Diversi sono stati i film a cui ha preso parte l’attore americano: West Side Story, Pinball: The Man Who Saved The Game, The Bikeriders, Challengers. Di spessore anche i riconoscimenti ottenuti: candidato al Tony Award al miglior attore non protagonista e al BAFTA al miglior attore non protagonista nel 2021.
Mike Faist interpreta “Art” in Challengers: “Vive una forma di terrore del proprio se”
Mike Faist interpreta il personaggio di Art, nell’atteso film di Luca Guadagnino: Challengers. “Penso che Patrick (Josh O’Connor), in Tashi, voglia trovare una pari di grado e qualcuno che in teoria possa spiazzare il mondo con la propria “nonchalance” ma siccome sono entrambi due potenze vere hanno due caratteri duri e difficili, alla fine non possano che attrarsi e respingersi continuamente. Art (Mike Faist) invece cerca qualcuno che lo domini probabilmente perché vive una forma di terrore del se e della propria realtà” ha dichiarato Guadagnino ai microfoni di Sky tg24.
E ancora: “È sempre molto bello lavorare con attori che hanno l’entusiasmo della giovinezza e del fare. Abbiamo passato molto tempo insieme perché ci siamo ritrovati a Boston dove abbiamo girato il film, molti mesi prima dell’inizio delle riprese perché dovevamo tutti prepararci molto. Gli attori hanno dovuto fare tanta preparazione atletica, tanta preparazione sul tennis e abbiamo fatto anche tante prove che è una cosa insolita per me, perché io non provo mai, ed è stato molto interessante perché siamo riusciti a creare un’unione tra di loro e tra di noi in modo tale che quando siamo arrivati davanti alla macchina da presa non c’era più nessuna forma di controllo di se ma anzi una gioia di darsi.“