Mike Pence: il giallo della candidatura

L’ex vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence è finito in questi giorni al centro di un singolare caso mediatico. Secondo un documento comparso sul sito della Commissione elettorale federale, infatti, sarebbe stata depositata una candidatura per le elezioni presidenziali del 2024 a suo nome. Nulla di strano, fin qui, se non fosse che poche ore dopo un suo portavoce, Devin O’Malley, su Twitter avrebbe negato l’interesse dell’ex della Casa Bianca a candidarsi, negando anche il suo coinvolgimento nella presentazione della candidatura.



Il documento depositato alla Commissione elettorale federale, ancora visionabile sul sito, riporta la creazione di un comitato chiamato Mike Pence for President. La casella postale indicata come recapito del comitato, inoltre, è dell’Indiana, lo Stato in cui è nato Pence. Ci sarebbe, tuttavia, un’incongruenza, perché non viene direttamente mai riportato il vero nome dell’ex vicepresidente degli Stati Uniti, che a differenza delle comune percezione non si chiama Mike ma Michael Richard Pence. Inoltre, risulterebbe anche illogico rispetto a parecchie dichiarazioni pubbliche di Pence che ha sempre rifiutato l’idea di impegnarsi nella corsa per la presidenza degli Stati Uniti.



Chi ha depositato il documento sulla candidatura di Mike Pence?

Insomma, nonostante appaia illogico ed anche scorretto per via dell’errore nel nome, Mike Pence per un attimo sembra essere stato un candidato alle presidenziali americane del 2024. Tuttavia, è bastato poco tempo perché un portavoce dell’ex vicepresidente smentisse fermamente e pubblicamente la sua intenzione a correre per lo Studio Ovale. “L’ex vicepresidente Mike Pence non si è candidato alla presidenza oggi“, si legge nel breve e conciso tweet di O’Malley.

Attorno alla notizia della candidatura di Pence si sarebbe, insomma, creato un vero e proprio giallo, con il dubbio su chi abbia veramente depositato quei documenti. Alcune mosse dell’ex vicepresidente, infatti, avrebbero fatto pensare ad alcuni che fosse tutto vero, come per esempio la recente pubblicazione di un libro autobiografico, mossa spesso utilizzata dalle persone famose che corrono per la presidenza americana. Tuttavia, una cosa appare essere fin troppo chiara, se si fosse veramente candidato, si sarebbe potuto trovare testa a testa contro Donald Trump, già candidato per il 2024, di cui era vice durante la sua permanenza alla Casa Bianca, sempre che il tycoon riesca a ritrovare l’accordo delle frange Repubblicane e non vi siano sviluppi nella questione degli assalti a Capitol Hill.