La Guardia di Finanza a Casa Milan, la palazzina che ospita la sede del club rossonero. Lo rivela Repubblica, spiegando che sarebbero in corso perquisizioni da parte del nucleo di polizia valutaria delle Fiamme Gialle nella sede di via Aldo Rossi. Le perquisizioni rientrerebbero nell’ambito della vendita del club rossonero. Infatti, le indiscrezioni sulla “visita” della Finanza sono rilanciate da Lapresse, che cita fonti vicine alla proprietà del Milan, e del Corriere della Sera, secondo cui l’ipotesi dei pm è che la società rossonera sia ancora di Elliott. L’ipotesi viene suggerita al Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, secondo il Corriere, da tre fonti documentali di inedite circostanze. Alcune sono ricavate da documenti depositati alla Sec in Usa, altre da documenti trovati in Lussemburgo nelle perquisizioni di un anno fa ai già indagati consiglieri di amministrazione Jean MarcMclean e Daniela Italia. Altre ancora sono state trovate in un recentissimo documento interno al Milan redatto per presentare il club nel tour invernale di contatti della dirigenza con potenziali investitori arabi.



Secondo Repubblica, non sono escluse notifiche ai dirigenti del Milan per ipotesi di reato legate all’operazione RedBird. Infatti, aggiunge che i finanzieri avrebbero controllato gli uffici dell’amministratore delegato Giorgio Furlani e del Chief Financial Officer Stefano Cocirio che sarebbero indagati. Il Corriere cita anche il predecessore di Furlani, Ivan Gazidis. Sarebbero indagati per ostacolo all’autorità di vigilanza. Il pm Giovanni Polizzi sospetta che gli indagati abbiano ostacolato l’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza per le comunicazioni alla Figc sui reali titolari della società durante l’operazione RedBird.



LE INDAGINI SULLA COMPRAVENDITA DEL MILAN

Nei mesi scorsi la procura di Milano aveva avviato delle indagini legate al passaggio della maggioranza del club rossonero, perfezionato nell’agosto 2022, dal fondo Elliott a quello RedBird, la società guidata da Gerry Cardinale, attuale proprietaria del Milan. Una serie di perquisizioni e sequestri di documenti erano stati già effettuati nell’aprile 2023 nelle sedi di Project Redblack e della sua controllata Rossoneri Sport, due società in Lussemburgo tramite cui il fondo Usa Elliott aveva appunto ceduto il Milan a RedBird per oltre un miliardo di euro. L’obiettivo dei magistrati milanesi è di verificare l’operazione di compravendita del Milan. Salvatore Cerchione andò all’attacco, denunciando «opacità nel processo di vendita».



Gli inquirenti avrebbero rilevato tre singolarità e incongruenze. In primis, in cima alla catena di Gerry Cardinale non appare una sua azienda, ma una sigla societaria collocata nel Delaware allo stesso indirizzo di due società che per conto del fondo Elliott avevano la maggioranza della società usata per acquisire il Milan, “Project Redblack“. Inoltre, dalle carte depositate alla Sec si evince che gran parte della tranche di soldi usati dal fondo RedBird per acquistare il Milan sarebbe venuta da una società non riconducibile al fondo RedBird. Poi c’è uno scritto interno al Milan, una specie di presentazione dell’assetto del Milan redatta per i colloqui con potenziali acquirenti-investitori arabi, da cui la Guardia di Finanza ha tratto la convinzione che a influenzare il Milan non sia RedBird, ma il fondo Elliott.

Ci sono poi tre circostanze già rilevate in precedenza. Ad esempio, dal 2022 i consiglieri di amministrazione in quota Elliott sono rimasti in carica. Inoltre, per consentire la vendita, il pegno sulle azioni del Milan è stato cancellato dai rappresentanti di Elliott a insaputa, senza l’unanimità del socio di minoranza BlueSkye, che era prevista dagli accordi. A ciò si aggiunge, spiega il Corriere, lo spostamento alle Isole Cayman e in Delaware, nel patrimonio di altre due società riconducibili sempre al fondo Elliott, di 515 milioni di euro in denaro e di altri 541 milioni in obbligazioni.

COSA PUÒ SUCCEDERE ORA AL MILAN?

Se effettivamente fossero state aggirate le norme sulle comunicazioni obbligatorie del Milan alla Figc e fosse stato violato l’articolo 5 del regolamento Uefa, che vieta che chi controlla già una squadra possa avere influenza su altri club iscritti alle stesse competizione, il club rossonero potrebbe subire anche sanzioni sportive, sostiene il Corriere, ricordando che il fondo Elliott ha una influenza dominante sul Lille, squadra francese pure iscritta alla Champions League. Il giornale precisa che non è indagato il presidente del Milan, Paolo Scaroni, perché l’«ostacolo all’autorità di vigilanza» è un «reato proprio», di quelli cioè che possono essere commessi solo da chi in una azienda riveste determinate cariche deputate per legge a quelle specifiche comunicazioni. Questo tipo di comunicazioni alla Figc spettano all’amministratore delegato di una squadra, non al presidente.