Zlatan Ibrahimovic indagato dall’Uefa per presunto interesse finanziario in una società di scommesse. L’inchiesta potrebbe essere stata aperta dopo la notizia lanciata alcuni giorni fa dal quotidiano svedese Aftonbladet, secondo cui l’attaccante del Milan sarebbe socio di Bethard.com tramite una sua società. Si tratta di un’agenzia di scommesse che ha sede a Malta e di cui avrebbe fatto anche da testimonial nel 2018. Ora l’Uefa ha deciso di aprire un’indagine per chiarire se ci sono state violazioni dal punto di vista etico e disciplinare da parte del calciatore svedese. Proprio per i rapporti con l’agenzia di scommesse non avrebbe partecipato al Mondiale di Russia con la sua nazionale. Zlatan Ibrahimovic però recentemente è tornato in Nazionale.



Secondo quanto riportato dal giornale svedese, e confermato da Bethard, Ibra avrebbe ancora il 10 per cento di quote della società tramite la Unknown AB. Di conseguenza, avrebbe infranto le regole sia in nazionale che col Milan in Europa League.

IBRAHIMOVIC INDAGATO DA UEFA: COSA RISCHIA

Secondo quanto evidenziato dalla Gazzetta dello Sport, Zlatan Ibrahimovic deterrebbe, tramite la società Unknown AB, il 10% delle azioni di Gameday Group PLC, che a sua volta è l’unico azionista di Bethard. Cosa rischia ora per questa vicenda l’attaccante fresco di rinnovo col Milan? Le sanzioni previste dalla Federazione internazionale prevedono una multa, ma è prevista anche la sospensione da tutte le attività legate al calcio per un massimo di tre anni. La Uefa al momento non si sbilancia: «Ulteriori informazioni saranno rese note a tempo debito», precisa. Nella nota però precisa che in conformità all’articolo 31 (4) del Regolamento Disciplinare UEFA (DR), è stato nominato nella giornata odierna un Ispettore Etico e Disciplinare Uefa che ha il compito di condurre un’indagine disciplinare riguardo una potenziale violazione del Regolamento predetto da parte di Zlatan Ibrahimovic per avere un presunto interesse finanziario in una società di scommesse. L’ispettore avrà facoltà di rinviare il materiale raccolto alla Camera giudicante, che poi dovrà decidere se comminare sanzioni.



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