Il Milan è una polveriera: dopo aver incassato cinque gol a Bergamo, una sconfitta come non avveniva da 20 anni, ha avuto l’effetto di riportare dubbi, domande e pessimismo in casa rossonera. Al netto però della pesantissima caduta, il problema del Milan in questo momento riguarda le lotte al vertice della società: per una volta non è in discussione Stefano Pioli (con il quale se non altro il passo è migliorato rispetto all’epoca di Marco Giampaolo) né i giocatori in termini generali, quanto la figura del direttore tecnico Paolo Maldini ma anche quella di Zvonimir Boban. Paul Singer, fondatore del fondo Elliott, non avrebbe affatto preso bene una frase pronunciata dal croato ai microfoni di Sky Sport, appena dopo il rovescio del Gewiss Stadium, in relazione al calciomercato: “Cercheremo di fare del nostro meglio rispetto a quello che ci permetteranno di fare”. Una dichiarazione che Elliott non ha affatto mandato giù: il Milan ha investito 160 milioni di euro nel solo 2019, pertanto quanto detto da Boban è in controtendenza rispetto alle possibilità economiche ed è sembrato essere un gioco “in difesa” e mettendo le mani avanti.



MILAN, SCONTRO ELLIOTT-MALDINI: ANCHE IL DT NEL MIRINO

Non è però solo Boban a essere finito nel mirino di Elliott e della proprietà: anche Paolo Maldini, che ricopre la carica di direttore tecnico, in questo momento è sotto la lente d’ingrandimento per il suo operato. Il motivo è semplice: il Milan in questo momento ha il quarto monte ingaggi di tutta la Serie A, ma in classifica occupa l’undicesima posizione. Vero che i risultati sportivi ottenuti sul campo non coincidono sempre con i soldi spesi (altrimenti non si comincerebbe nemmeno a giocare), ma è altrettanto pacifico che la rosa del Milan non valga l’attuale graduatoria. Il che ha portato parecchie figure della società a vedere di buon occhio le dimissioni dell’ex capitano rossonero, la cui posizione dunque si fa sempre più scricchiolante. Il rovescio di Bergamo ha creato una crisi in casa Milan, ora si aspetta il 2019 per capire se la società saprà venirne fuori. Un inizio potrebbe essere il ritorno di Zlatan Ibrahimovic, almeno dal punto di vista dell’immagine; difficile però pensare che un profilo come quello dello svedese possa essere davvero utile a questo Milan, soprattutto pensando al lungo periodo.

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