Tanti fiori e messaggi di parenti e amici sono stati lasciati finora in memoria del piccolo di appena due anni ucciso a Milano. Con il passare delle ore emergono nuovi particolari scabrosi sulla vicenda. La madre, come spiegato dall’inviata di Pomeriggio 5, ha raccontato di essersi svegliata nel cuore della notte e di aver visto picchiare il bambino. “Sì, l’ho picchiato perchè non riuscivo a dormire”, avrebbe detto l’uomo. Lui tuttavia racconta che sotto effetto di droga avrebbe picchiato a morte il piccolo anche se l’hashish, la droga che avrebbe riferito di aver assunto, non dovrebbe provocare aggressività ma piuttosto intorpidimento. La trasmissione di Canale 5 ha anche raccolto la testimonianza di alcuni vicini di casa: “Li sentivo spesso urlare, lui gridava perchè i bimbi piangevano piuttosto che giocare. Ci parlavo con lui, lei era terrorizzata da lui, la classica moglie-bambina sottomessa. Lui lo incontravo che fumava, erano in casa da un mese e mezzo”, ha riferito un uomo. “Una volta lui aveva la mano tagliata e mi ha detto che aveva dato un pugno ma non so il motivo”, ha aggiunto un altro vicino. Ed ancora, “la polizia era già arrivata altre volte”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



PADRE DI RONALD: “NON CREDEVO CHE L’AVREI AMMAZZATO”

«Non credevo che l’avrei ucciso». Così ha parlato Aljica Hrustic, il 25enne di origini croate arrestato ieri per l’omicidio del figlio Ronald di 2 anni e 5 mesi. Il giovane ha ammesso di aver preso a botte il piccolo: «L’ho picchiato e poi l’ho visto morto». E questo perché non riusciva a dormire. Questa l’unica assurda spiegazione che gli investigatori sono riusciti a raccogliere dal padre, fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Dopo il macabro assassinio, l’uomo è andato via con le altre due figlie e si è diretto in una zona dove abita un suo parente. E’ stato lui stesso a chiamare i soccorsi, dicendo che in casa c’era il figlio che non respirava bene. Sotto choc i vicini di casa della coppia: «Si vedeva che il bambino aveva bisogno d’amore, veniva sempre vicino a me: non abbiamo mai pensato che picchiasse i bambini ma è proprio di queste persone che bisogna aver paura». Così un conoscente: «Ieri mattina lo abbiamo visto quando il bambino era già morto, non si può descrivere quello che ha fatto: non è normale una cosa del genere, neanche nei film si vede una cosa così». E l’uomo, che ostentava lusso e droga sui social, non era nuovo alla violenza: «Dieci giorni fa aveva la mano fasciata, in un momento di rabbia aveva rotto un vetro o una finestra. Ho visto la moglie che portava gli occhiali ma si vedeva il livido sull’occhio». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ZII: “SOTTO CHOC, SI DROGAVA”

Una famiglia distrutta e forse non solo da ieri, quando quel piccolo bimbo innocente è stato barbaramente ucciso in casa nella periferia della zona San Siro a Milano: quando poliziotti e medico legale sono entrati nell’appartamento di Via Ricciarelli ieri mattina hanno trovato il cadavere di Mehmed con i piedi legati disteso su un fianco. La mamma è sotto choc, forse anche lei picchiata pesantemente e la famiglia intera non sa capacitarsi di quanto avvenuto: «Non crediamo a quello che è successo, siamo ancora scioccati», spiegano a Mattino 5 il fratello e la sorella di Aljich Rhustic, il 25enne che ha confessato ieri sera. «Ogni tanto si drogava ma è una brava persona, non so neanche cosa pensare, ogni tanto lo vedevo per un caffè al bar, non posso credere a ciò che ha fatto». Le altre due bambine sono state ora assegnata ai servizi sociali, mentre un terzo figlio vive in Croazia: per Aliza invece le porte del carcere si sono aperte ieri sera dopo la brutale confessione.



LA MAMMA DEL BIMBO UCCISO “ALIZA PICCHIAVA ANCHE ME”

Il bimbo di due anni ucciso ieri a Milano, è stato ammazzato dal padre. Alla fine il 25enne Aliza Hrustic, nato a Firenze ma originario della Croazia, ha confessato di fronte agli inquirenti: «L’ho ammazzato in un momento di rabbia». Un gesto folle senza un apparente motivo quindi, e come riferito dagli investigatori, l’omicida era sotto l’effetto di stupefacenti. Fra le vittime anche la mamma del piccolo Mehmed che tutti conoscono come Ronald. «Ho provato a fermarlo – le parole della 23enne Silvjia, riportate dall’edizione online de Il Giorno – ma non ci sono riuscita: ha picchiato anche me». La giovane, in attesa del sesto figlio, è stata la prima a puntare il dito nei confronti del suo compagno, che spesso e volentieri picchiava lei e il piccolo Ronald a mani nude, con schiaffi e calci senza un apparente motivo. Negli ultimi giorni è andata spesso e volentieri così, come testimoniato dai numerosi lividi trovati sul corpo della piccola vittima, anche se non risultano esservi delle denunce a cariche dell’indiziato. La madre, ascoltata a lungo dagli inquirenti, non risulta essere per ora indagata visto che non emergerebbe alcuna sua responsabilità in quanto accaduto. «È stato mio marito – ha ripetuto più volte in questura – ho cercato di impedirglielo, ma non ce l’ho fatta». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MILANO, BIMBO UCCISO DAL PADRE IN CASA

Il padre del bambino di due anni trovato morto a Milano due giorni fa, è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato. E’ stato lo stesso genitore, tale Aliza Hrustic, 25enne nato a Firenze ma di origini croate, a confessarlo durante l’interrogatorio avvenuto ieri nel capoluogo lombardo. Dopo una breve fuga l’uomo era stato rintracciato dagli uomini della squadra mobile meneghina, e messo sotto torchio ha confessato l’atroce delitto. Ha ucciso di botte il figlio di soli 2 anni perché spinto dalla rabbia, e l’accusa, come detto sopra, è quella di omicidio volontario aggravata dalla minore età della vittima e dal fatto che sul corpo del piccolo sono stati trovati segni che fanno pensare a precedenti maltrattamenti. «Non è stato in grado di spiegare precisamente cosa gli è venuto in mente in quel momento – le parole del capo della Mobile, Lorenzo Bucossi, riportate dall’edizione online di Repubblica – non sappiamo se il bambino stesse piangendo, ha solo raccontato che non riusciva a dormire e che aveva assunto hashish. Si è alzato e, in preda a un accesso di rabbia incomprensibile, lo ha picchiato a morte». Bucossi, in maniera eloquente, ha poi aggiunto: «Visto l’orrore di quello che c’è stato non ci sarà nessuna conferenza stampa». Hrustic ha un precedente targato 2016 per riciclaggio, e in passato è stato sottoposto ad un periodo di obbligo di firma. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MILANO, BIMBO UCCISO IN CASA: PADRE HA CONFESSATO

Dopo ore di interrogatorio il padre del bimbo di due anni ucciso in casa per essere stato massacrato di botte senza pietà ha confessato. A quanto si apprende da fonti giornalistiche, il 25enne di origini croate ha agito in un momento di rabbia nel corso della notte. Il padre del bimbo di due anni trovato morto stamani in un appartamento occupato a Milano, confessando, ha ammesso di aver assunto hashish la sera stessa e di non essere riuscito a dormire per tutta la notte. Per questo avrebbe massacrato di botte il piccolo fino ad ammazzarlo. Aliza Hrustic l’avrebbe picchiato a più non posso per “rabbia” una rabbia evidentemente incontrollabile e che si è rovesciata con cieca violenza su un bimbo di due anni totalmente indifeso. L’uomo è ora fermato per omicidio volontario aggravato: la confessione è avvenuta davanti agli investigatori della squadra Mobile di Milano e al pm Giovanna Cavalleri. L’accusa di omicidio volontario è aggravata dalla minore età del figlio e dal fatto e che l’evento è stato preceduto da maltrattamenti (Agg. di Vittorio Crippa)

SOTTO TORCHIO IL PADRE DEL BAMBINO DI DUE ANNI MASSACRATO DI BOTTE

Anche il programma La Vita in Diretta, su Rai Uno, si è occupata di una delle notizie del giorno, quella della morte del bimbo di appena due anni a Milano. Al momento è stato fermato il padre del piccolo, un 25enne di origini croate, che sarebbe in questi momenti sottoposto a interrogatorio. Una situazione di povertà e di degrado quella in cui viveva la famiglia del piccolo ucciso, con la mamma, in attesa del sesto figlio, che si era trasferita abusivamente assieme all’uomo di cui sopra e con altri due figli, in un appartamento in zona San Siro, mentre gli altre figli vivono al momento con la madre di lei. La Vita in Diretta riporta le dichiarazioni di un prozio, che ha puntato il dito contro il padre della vittima, accusandolo di essere un violento e di averlo picchiato senza motivo con una cinta. Inoltre, altra indiscrezione raccolta dal programma di Rai Uno, la mamma del bimbo morto avrebbe avuto un occhio nero la scorsa settimana. I vicini parlano di continue liti, l’ultima recente culminata con la rottura di una finestra, anche se si tratta tutte di questioni che andranno verificate per capire anche se vi sia una qualche correlazione con i tragici eventi di oggi. La cosa certa è che il 25enne padre non è mai stato denunciato, e di conseguenza risulta avere la fedina penale pulita. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MILANO, BIMBO DI 2 ANNI UCCISO IN CASA: FERMATO IL PADRE

Nuovi aggiornamenti sul bimbo di 2 anni ucciso al Milano, con il padre fermato dalle forze dell’ordine. Sul piccolo c’erano evidenti segni di violenza e il sospetto è che questo bimbo sia vittima di violenze, di botte da parte del padre come già evidenziato in precedenza. Secondo quanto riporta La vita in diretta, il bambino aveva i piedini fasciati, segno che si era già fatto male altre volte. I residenti hanno raccontato che l’uomo aveva avuto atteggiamenti violenti ma non risultano denunce a suo carico, solo precedenti per reati contro il patrimonio. Attesi nuovi aggiornamenti nel corso delle prossime ore: i primi accertamenti del medico legale giunto sul posto non hanno consentito se la morte sia stata causata dalle percosse. Sarà fondamentale, dunque, l’esito dell’esame autoptico. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

VICINA DI CASA: “MADRE PERSONA BRAVISSIMA”

Un altro piccolo bimbo innocente ucciso di botte, questa volta, a Milano. Dopo i fatti recenti di Cardito e di Cassino, ancora una volta ad avere la peggio è un bambino venuto al mondo da poco. Gli inquirenti stanno puntando il dito nei confronti del padre della vittima, un 25enne originario dell’est Europa, precisamente della Croazia, tale Aljich Rhustic. E’ stato trovato in zona Giambellino dalle forze dell’ordine e in questi istanti è sottoposto ad interrogatorio, per cercare di capire esattamente cos’è successo in quell’abitazione in via Ricciarelli, zona San Siro. L’agenzia Vista ha intervistato una donna che conosceva la mamma della vittima, una vicina di casa: «Aveva sempre un grande sorriso – racconta – usciva con un passeggino e sempre col sorriso sulle labbra, mi diceva “buongiorno” e “buonasera”, educatissima. Quando ho saputo questa storia del bambino ci sono rimasta, “è impossibile che sia impazzita” mi sono detto, invece mi hanno detto che era stato il marito. La mamma era una brava persona – ribadisce la donna – sempre col sorriso sulle labbra». Il forte dubbio è che la sua morte sia stata la triste risultanza di un ennesimo pestaggio, visto che dai lividi trovati sul suo corpo pare che questa brutta pratica andasse avanti da tempo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MILANO, BIMBO DI 2 ANNI UCCISO: PADRE FERMATO

È stato fermato il padre 25enne del bimbo ucciso in zona San Siro a Milano: la fuga è durata meno di una mattinata, con le forze dell’ordine che sono riuscite a braccare il giovane ancora alla periferia milanese: secondo quanto riportato da Il Giorno si tratterebbe di Aljich Rhustic, 25enne nato a Firenze e di origine croata come la moglie, e si era reso irreperibile dopo la chiamata al 112 fatta stamattina per comunicare che il suo bambino stava molto male. La madre del piccolo, Silvija Z, giovanissima pure lei, ha già cinque figli ed è incinta del sesto: secondo quanto raccontato dal prozio del sospettato, intervistato dai colleghi in Via Ricciarelli dove è avvenuta la tragedia questa mattina, «Se lo avessi trovato prima della polizia lo avrei ammazzato, non c’è dubbio. Si merita l’ergastolo. E’ un tipo irascibile e violento, la mia famiglia non gli parla da due anni, da quando mi ha aggredito senza motivo colpendomi alla testa con la fibbia della cintura. Ho ancora la cicatrice». Come è evidente, i risvolti e le spiegazioni dietro questa assurda e folle morte dovranno ancora essere resi più chiari e certi nel corso delle indagini delle prossime ore se non giorni.

MILANO: BIMBO LEGATO, PICCHIATO E UCCISO

Tragedia immane a Milano, nella periferia ovest in Via Ricciarelli: un bimbo di 2 anni è stato trovato morto in casa dalla Polizia questa mattina attorno alle 6 nell’appartamento al piano terra. A dare l’allarme, secondo le prime informazioni riportate da Il Giorno, sarebbero stati i genitori del piccolo anche se ora il padre non si trova più e sono subito scattate le ricerche da parte delle Forze dell’ordine. Il vero problema è che, oltre alla morte di una piccolissima e innocente vita, sul corpo del bimbo sono stati trovati evidente segni di violenza e pare fosse anche legato al momento dell’arrivo dei poliziotti. In casa c’era solo la madre, una 23enne croata, ancora sotto choc per quanto avvenuto: le indagini al momento si concentrano sul padre, un giovane 25enne italiano, che ripetiamo al momento risulta irreperibile.

BIMBO UCCISO A MILANO: SI CERCA IL PAPÀ

Tg Com24 riannoda i fili dei fatti e riporta la dinamica di quanto possiamo sapere fino a questo momento: la telefonata al 112 viene fatta alle ore 6.02 di questa mattina da Via Ricciarelli a Milano: i genitori, in lacrime, spiegano che il bimbo aveva gravissimi problemi respiratori e una crisi era in atto. Poi l’arrivo dei paramedici che però non possono che constatare la morte del bambino di soli 2 anni: il problema è che poi si è scoperto che non solo il piccolo era legato ai piedi, ma aveva numerosi lividi e ferite in testa la cui origine ancora non è chiara né è stata spiegata alla Polizia dalla mamma che invece avrebbe subito dato la colpa al marito, poi sparito. Insomma, un mistero nella tragedia visto le condizioni in cui quel piccolo di 2 anni è stato trovato: tutto fa pensare ad una morte violenza con forti percosse sul corpo del bimbo cui il padre, una volta rintracciato, dovrà dare spiegazioni assieme alla madre già interrogata.