Un “blitz” di qualche ora in Lombardia è il primo viaggio del Premier Conte dall’inizio della pandemia da coronavirus, a fine febbraio: arrivando a Milano, prima di passare poi a Brescia, Bergamo, Codogno e Piacenza nelle prossime ore, il Presidente del Consiglio ha tenuto una nuova conferenza stampa poche ore dopo quella decisamente più “attesa” tenuta ieri sera sul nuovo Dpcm fase 2. Avendo lascianto non pochi temi “dimenticati” tanto nel discorso alla nazione quanto nello stesso testo del nuovo Decreto attivo dal 4 maggio prossimo, Conte è stato subito riempito di domande dai giornalisti riuscendo poi a definire solo qualcuno dei tanti quesiti ancora aperti davanti all’imminente fase 2 che si apre per l’Italia:



«Tutti speravano di tornare presto alla normalità ma non ci sono le condizioni per tornare alla normalità, ce lo dobbiamo dire in modo chiaro e forte», ha spiegato il Premier prima di entrare in riunione con il sindaco Sala, il prefetto Saccone, il Governatore della Lombardia Attilio Fontana e il presidente di Assolombarda e Confindustria (designato) Carlo Bonomi. «Stiamo facendo tanti sacrifici, non è questo il momento di mollare, di un liberi tutti. Questo governo – ha aggiunto Conte prima delle domande dei giornalisti – non cerca consenso, vuole fare le cose giuste anche se ciò potrebbe scontentare i cittadini».



CONFERENZA STAMPA CONTE, IL “REBUS” CONGIUNTI

In merito alla fortissima polemica sollevata dalla Cei con il duro comunicato dei vescovi italiani contro il Dpcm che ancora costringe le chiese a non poter celebrare le sante messe, Conte ha provato a “chiudere” la polemica non annunciando «Lavoreremo per definire un protocollo di massima sicurezza per garantire a tutti i fedeli di partecipare alle celebrazioni liturgiche, contiamo di definire questo protocollo in pieno spirito di collaborazione con la Cei». Nello specifico della polemica sollevata dalla Chiesa, Conte ribadisce «Dispiace molto perché questo governo rispetta tutti i principi costituzionali. Dispiace di creare un comprensibile rammarico della Cei. Ci siamo anche sentiti con il presidente Bassetti, non c’è un atteggiamento materialista da parte del governo, nessuna mancanza di sensibilità. C’è sì, una certa rigidità del Cts anche sulla base della letteratura scientifica che loro hanno a disposizione sui contagi».



Capitolo “congiunti” con la decisa confusione creata da quel termine che viene garantito come obiettivo delle visite dal 4 maggio in poi, qui Conte fa un “passo indietro” rispetto al Dpcm e spiega «Lo preciseremo nelle faq, ma non significa che si può andare a casa di amici, a fare delle feste. Si andranno a trovare persone con cui ci sono rapporti di parentela o stabili relazioni affettive». Tradotto, per fidanzati, morosi, amanti il via libera del Governo arriverà, anche se ancora Conte ha puntato il dito «no a feste private in casa, non possiamo permetterci le pacche sulle spalle con gli amici. Un quarto dei contagiati è negli appartamenti». Perché infine arrivare in Lombardia solo oggi? Conte la spiega così «La mia presenza qui avrebbe creato intralcio nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria».