A Milano, nel quartiere periferico (ma abbastanza centrale, trovandosi a pochi chilometri dal Duomo) di Quarto Oggiaro i residenti stanno da tempo combattendo contro i pusher. A minacciarli è un gruppo di nordafricani che da circa tre mesi ha trovato in uno spazio tra viale Mambretti e via 5 Maggio un luogo perfetto per condurre i loro traffici illeciti, a discapito dei residenti, in particolare di una palazzina, che si sono organizzati per presentare denuncia, senza mai incontrare l’aiuto delle forze dell’ordine. Così, i residenti del quartiere di Milano hanno deciso di farsi sicurezza da soli, installando a proprie spese del filo spinato sul cancello del palazzo.
Milano: filo spinato contro i pusher
Insomma, là dove le autorità di Milano non sono arrivate, nonostante la denuncia firmata da 290 persone, può arrivare la giustizia privata. “Di fronte all’inerzia del comune“, spiega un portavoce dei residenti al Giornale, “intorno al cancello della nostra abitazione abbiamo montato il filo spinato perché riuscivano a scavalcarlo. Una soluzione da trincea, ma siamo angosciati“. Allegati alla denuncia c’erano anche video e foto dei pusher, mentre le forze dell’ordine “li hanno identificati e poche ore dopo erano di nuovo in piazza, sentendosi impuniti e più forti di prima”.
Ma i pusher del quartiere di Milano non si sono limitati a spacciare in strada, perché, racconta ancora il portavoce, “si sono introdotti nel palazzo, minacciandoci con coltelli e accette. Fanno i picchetti davanti all’ingresso dei condomini, chi torna dal lavoro avvisa qualcuno a casa per avere una protezione, ci sentiamo in pericolo. Hanno tentato di scassinare l’ingresso di un palazzo, i residenti richiamati dal rumore sono scesi al piano terra e sono stati bersagliati dal lancio di bottiglie“. Come se non bastasse, tra i pusher che assediano il quartiere di Milano “ci sono anche donne con bambini molto piccoli“. L’appello è chiaro: “Non aspettiamo il morto per vederci garantito il diritto alla sicurezza, non si vive più e non riusciamo ad ottenere neanche una telecamera”.