Il Gay Pride Milano 2019 ha richiamato 300 mila persone che hanno sfilato oggi in corteo per la parata che quest’anno celebra i 50 anni dai moti di Stonewall del 28 giugno 1969. «La prima volta su rivolta» è lo striscione che ha aperto il corteo. La folla è arrivata alle 18 circa in porta Venezia, dove è stato allestito il palco. La prima ad esibirsi è stata Bianca Atzei, poi è intervenuto Fabio Pellegatta, presidente dell’Arcigay di Milano che ha espresso vicinanza a Carola Rackete, comandante della Sea Watch. «Ora che hanno arrestato lei possono venire a arrestare tutti noi, perché anche noi siamo a favore dei diritti di tutti!». Anche Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano, ha parlato della vicenda Sea Watch. Assente il sindaco di Milano Giuseppe Sala per motivi personali. Poi hanno cantato anche Levante e Baby K. I conduttori della giornata del Gay Pride Milano 2019, Debora Villa e Daniele Gattano, hanno lanciato la campagna #mettistecalze, ispirata alla foto di Beppe Sala. E l’hanno indirizzata ad alcuni politici italiani, come Luigi di Maio, Giorgia Meloni, Matteo Renzi, Silvio Berlusconi, Virginia Raggi e Sergio Mattarella. (agg. di Silvana Palazzo)
PISAPIA: “STRADA LUNGA, MA NON SMETTEREMO MAI DI PERCORRERLA”
Pd presente al Gay Pride Milano 2019, parole importanti quelle pronunciate dall’ex sindaco Giuliano Pisapia. Come riporta Sky Tg 24, il neo eurodeputato dem ha sottolineato: «Nella notte tra il 28 e il 29 giugno del 1969 a Stonewall la comunita’ LGBT di New York disse basta con forza alle continue vessazioni di cui era oggetto da parte delle istituzioni. La parola d’ordine fu “Pride”, orgoglio, la stessa parola che nei giorni scorsi e nei prossimi verrà gridata in tutta Italia e nel mondo da chi prosegue in quella lunga e faticosa marcia per il riconoscimento della piena dignità e dei diritti civili, individuali e sociali. Sono passati 50 anni da quei giorni e la strada e’ ancora lunga, irta di ostacoli posti da chi vorrebbe negarli, ma noi non smetteremo mai di percorrerla. Perché, ora come allora, non smetteremo di ricordare che “Noi siamo ovunque!». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
GAY PRIDE MILANO 2019, POLEMICHE SUGLI SPONSOR
Gay Pride Milano 2019, tutto pronto per l’evento di punta della Pride week ma non mancano le polemiche. Piovono critiche per gli sponsor della parata Lgbt: da Deliveroo a Just Eat, passando per Amazon, Vodafone e Google. Sul piede di guerra associazioni e movimenti, ecco le parole del presidente de Il Grande Colibrì, Cesare Notaro: «Si permette alle aziende di dire ‘ama chi vuoi, basta che poi ti lasci sfruttare‘. È inutile pubblicare manifesti pieni di buone intenzioni se poi ci si riduce a vetrina». Queste, riportate da Il Fatto Quotidiano, le parole di Luca Paladini del movimento I Sentinelli di Milano: «Non bisogna mai dimenticarsi da dove veniamo né perdere lo spirito di lotta». Come dicevamo, presenti diversi esponenti politici, a partire dalla segretaria metropolitana del Pd Silvia Roggiani: «Oggi sarò alla parata del #MilanoPride perché c’è ancora bisogno di lottare per affermare i diritti di tutti e tutte, e di combattere ogni forma di ottusa discriminazione». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
GAY PRIDE MILANO 2019, IL PERCORSO DEL CORTEO
Milano Gay Pride 2019, oggi sabato 29 giugno 2019 la settima edizione nel capoluogo milanese: in programma la classica parata per le vie del centro e un concerto finale in Corso Buenos Aires, con Palazzo Marino illuminato con i colori dell’arcobaleno. Dopo il Gay Pride 2019 di Roma, ecco uno degli appuntamenti più attesi del pride month: come riporta Sky Tg 24, il ritrovo è alle ore 15.00 in piazza Duca D’Aosta davanti la stazione centrale. Il corteo partirà alle ore 16.00, per poi proseguire su via Vitruvio e girare a sinistra su via Settembrini; dopo piazza Caiazzo, i manifestanti gireranno a destra su via Palestrina fino a giungere in Corso Buenos Aires. Anche se non sono mancate le polemiche negli ultimi giorni, con Caterina Balivo che ha ha deciso di rinunciare non sentendosi accettata dalla comunità LGBT: la conduttrice avrebbe dovuto presenziare come madrina ufficiale dell’evento, ma è finita al centro della bufera per una frase infelice su Ricky Martin.
GAY PRIDE MILANO 2019, CARRO PER I MIGRANTI E NASTRO PER CAROLA RACKETE
Come dicevamo, al termine del corteo ci sarà un palco allestito per l’evento finale che sarà presentato da Debora Villa e Daniele Gattano. Dopo gli interventi di Monica J. Romano e Antonia Monopoli, i discorsi del Coordinamento Arcobaleno e dei rappresentanti istituzionali, in programma un grande concerto che vedrà sul palco Baby K e molti altri artisti. Ma non mancheranno sicuramente le polemiche: come riporta Il Messaggero, ad aprire la parata di oggi sarà un carro di migranti Lgbt promosso dal Progetto Io, Immigrazioni e Omosessualità, e sostenuto dal Cig Arcigay e dalla rete Corpo ai diritti. E ancora: è stato chiesto a chi parteciperà di portare un nastro azzurro in segno di solidarietà ai naufraghi, alla capitana Carola Rackete e all’equipaggio della Sea Watch 3. Ecco il commento della leghista Silvia Sardone: «Vorrei capire cosa c’entrino i migranti e una nave che ha palesemente violato le leggi italiane coi diritti della comunità gay. Non ha nessun senso mischiare le due cose perché non sono collegate in alcun modo: ancora una volta la sinistra non ha perso occasione per dimostrarsi anti-italiana tirando in ballo ancora come sempre gli immigrati. Proprio non ce la fanno: gli extracomunitari sono la loro ossessione!».