Dopo 4 anni da quell’orrendo duplice delitto nell’appartamento di Cerro Maggiore (Milano), dove le sorelle Carla Eugenia e Maria Giuseppina Agrati persero la vita bruciate vive nella loro abitazione, forse il caso è stato risolto: è stato arrestato il fratello 74enne, Giuseppe Agrati, accusato dai carabinieri di omicidio volontario aggravato delle due sorelle all’epoca dei fatti di 70 e 68 anni. Secondo grave episodio di cronaca che sconvolge la comunità di Milano dopo il secondo “cold case” riemerso in queste ore, ovvero il caso di Antonio Cianci, ergastolano in permesso premio che accoltella una 79enne nel parcheggio del San Raffaele. L’orrendo fatto avvenne la sera del 13 aprile 2015 ma venne archiviato dopo mesi di indagini dalla Procura di Busto Arsizio perché gli elementi erano insufficienti per incriminare Agrati, già sospettato in passato per meri motivi di eredità. L’uomo non chiamò alcun soccorso per quell’incendio provocato all’interno dell’abitazione né fece parola della presenza delle sue due sorelle all’interno; ora però, con la scolta di questi ultimi mesi, il caso è stato riaperto e la ricostruzione dei fatti finalmente sistemata. In sostanza è merito del nipote delle due anziane donne assassinate che si è opposto all’archiviazione del caso, consentendo alla Procura di Milano di riprendere in mano le carte e arrivare fino alla svolta di questa mattina. Giuseppe Agrati avrebbe dunque appiccato il fuoco alla casa in via Roma dove abitavano le sorelle Carla e Maria pare con il preciso scopo di ucciderle e non dividere con loro l’eredità di un altro fratello, morto pochi mesi prima.



RISOLTO IL DELITTO DI CERRO MAGGIORE?

Agrati all’epoca dei fatti era stato ascoltato dalle forze dell’ordine, raccontando di essersi svegliato mentre nella casa stavano divampando le fiamme; avrebbe fatto appena in tempo a mettersi in salvo prima che l’abitazione venisse completamente avvolta dal fuoco, mentre le sorelle non sarebbero riuscite. In realtà, come spiega la Procura dopo l’arresto, «la collocazione dei tre punti d’innesco. Il primo proprio all’uscita delle camere delle sorelle, il secondo nei pressi del portone principale che dava su via Roma e il terzo nei pressi del portone secondario che dava sul cortile interno». Nell’atto di arresto viene poi esplicitato come Agrati non avrebbe avvisato di proposito le sorelle dell’incendio in corso, «Del fatto che lui le abbia svegliate non vi è alcun riscontro. Anzi, la dinamica degli eventi, la circostanza che lui sia uscito praticamente indenne dall’incendio, certifica proprio il contrario. Pochi minuti di differenza nell’aver avuto cognizione della presenza del fuoco in casa tra lui e le due donne non avrebbero potuto determinare conseguenze così diverse» scrive il gip di Milano. Il nipote non si è mai arresto alla possibilità di scoprire la verità sulla morte delle zie e negli scorsi mesi ha raccontato agli investigatori come tra le due donne e il fratello vi erano spesso litigi e diverbi. Starà ora al difensore di Agrati dimostrare di essere estraneo alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, anche se molti elementi sono contri di lui e il processo si avvia ad essere alquanto complesso per il fratello ora arrestato.

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