Una vittoria di Giuliano Pisapia alle elezioni farebbe perdere 700mila posti di lavoro a Milano, pari cioè alla metà dei suoi residenti. A rivelarlo è Carlo Masseroli, assessore allo Sviluppo del territorio del Comune di Milano. Sia infatti che il candidato del centrosinistra abolisca completamente il Piano di governo del territorio (Pgt), sia che lo modifichi anche solo in parte, lo bloccherebbe per un periodo di tempo che sarà come minimo dai due ai quattro anni. Facendo saltare tutti gli interventi e di conseguenza i nuovi posti di lavoro, di cui ovviamente non beneficerebbero solo i milanesi ma anche i residenti dell’intera Lombardia. Ma a essere danneggiati sarebbero anche non profit, parchi urbani, housing sociale e asili nido.



Assessore Masseroli, Pisapia non è stato però così netto nell’affermare che cancellerà il Pgt…

Pisapia in più occasioni, ma anche Stefano Boeri, a seconda dei soggetti con cui hanno parlato, hanno detto che hanno intenzione o di abolirlo e rifarlo da capo, o modificarlo almeno in parte. In ogni caso la legge regionale 12 dice che ogni modifica al Piano è considerata una variante. E quindi fa ripartire da capo il percorso amministrativo che dura tra i due e i quattro anni.



Ma come farà il Pgt a creare 700mila posti di lavoro su 1,3 milioni di milanesi?

Quei posti di lavoro non sarebbero destinati solo ai milanesi ma anche ai pendolari. Le 700mila unità sono state calcolate a partire da una valutazione sugli interventi costruttivi degli ultimi dieci anni, presi a modello per quanto può accadere nei prossimi 20 anni grazie al Pgt. I calcoli includono le maestranze e i costruttori, incaricati di realizzare gli edifici, le squadre di operai che lavorano per queste aziende immobiliari e quanti partecipano agli investimenti dal punto di vista finanziario. Ma anche le imprese attive nei servizi e nell’artigianato, cui sarebbero dati gli spazi dove poter operare. Insomma lo sviluppo urbanistico della città previsto dal Piano, insieme all’indotto che questo porterà con sé, genererebbe in totale 700mila posti di lavoro.



Pisapia dice di voler difendere il non profit. Bloccare il Pgt andrebbe in questa direzione?

No, perché il Pgt della giunta Moratti genera spazi, a prezzi praticamente nulli, per tutti gli operatori del terzo settore. Se si abbatte il Piano del governo del territorio non ci saranno più questi spazi. Milano ha una certa quantità di edifici realizzati ma non usati. Secondo quanto prevede il centrosinistra, questi spazi devono essere riempiti solo come residenze e uffici, anche se nessuno li vuole. Al contrario la giunta Moratti ha deciso che questi spazi siano concessi a prezzi accessibili, quasi in modo gratuito, a chi con le sue attività arricchisce il territorio e offre un servizio. L’assunto del centrosinistra invece è: «Non si costruisca più nulla fino a quando ci sono spazi vuoti». E se gli spazi vuoti oggi esistenti sono inadeguati a terziario, alberghi e residenze, nell’ottica di Pisapia non importa. Si tratta quindi di una centralizzazione burocratica assolutamente miope e priva di respiro, che danneggerebbe tutta la città.

 

Pisapia però sostiene di volere una Milano più verde, e per questo si oppone al Pgt…

 

Proprio per questo dovrebbe invece sostenerlo. Abbiamo previsto un parco per ciascuno dei 22 Grandi ambiti di trasformazione urbanistica. Le dimensioni delle aree verdi in alcuni casi raggiungeranno i 350mila metri quadri, pari cioè al parco Sempione. Penso per esempio al grande parco che sorgerà dove si trova l’attuale scalo Farini. Mentre il più piccolo sarà di 50mila metri quadrati, pari cioè al parco don Giussani. Bloccando il Pgt invece resterebbero dei grandi spazi degradati, come gli ex gasometri della Bovisa, gli scali ferroviari e le caserme inutilizzate, che oggi spesso e volentieri sono ambiti occupati da abusivi o dalle persone più disparate. E che quindi generano a loro volta degrado, dequalificazione del territorio e mancanza di sicurezza.

 

Sia la Moratti sia Pisapia parlano tanto di housing sociale. In che cosa si differenziano?

Con il Pgt saranno creati 30mila alloggi destinati a giovani famiglie, studenti fuori sede, genitori separati e altre persone con difficoltà nel pagare l’affitto a prezzi di mercato. La giunta Moratti ha stabilito infatti che il 35% dei Grandi ambiti di trasformazione sia destinato ad housing sociale, la cui presenza nella nostra città è peraltro strategica. La sostenibilità economica di questo intervento è legata al fatto che il restante 65% è rappresentato da edilizia libera, in grado di riempire la città di attività commerciali, uffici e residenze a prezzi di mercato. Con quel 65% quindi riusciamo a pagare tutto l’housing sociale. Peccato che il centrosinistra affermi che l’unica cosa che vuole salvare del nostro piano è l’housing sociale. Ma allora come lo finanzieranno? Non lo hanno detto e appena passeranno al lato pratico, si renderanno conto di non riuscire ad applicare il loro progetto. Per non parlare del fatto che creare quartieri in solo housing sociale crea ghetti.

 

Ma dove sta la differenza di fondo tra la vostra idea di urbanistica e quella di Pisapia?

 

Nel fatto che Pisapia intende porre un freno disastroso all’economia, con una incapacità totale di assecondare l’onda dello sviluppo economico. Tutto ciò che si muove del resto per il centrosinistra milanese va fermato. Il premier inglese David Cameron sostiene che le regole sono buone quando aiutano e sostengono l’azione dei singoli e delle comunità, mentre vanno cancellate quando la frenano. Il nostro Pgt è uno strumento che valorizza le iniziative dei singoli e delle comunità. Mi riferisco in particolar modo ai negozi di vicinato, agli incubatori d’impresa, ai laboratori di ricerca, alle scuole, agli asili, agli ospedali, a chi fa servizi, fino alla valorizzazione dei parchi e delle infrastrutture

 

Infine, la questione moschea. Perché non siete d’accordo con Pisapia?

 

Nel programma di Pisapia è prevista una grande moschea a Milano. Io ritengo invece che non ci siano le condizioni innanzitutto urbanistiche per poterla realizzare. Una moschea a Milano infatti finirebbe per rappresentare un punto di riferimento per tutti i cittadini di religione islamica del nord Italia. Ritengo quindi che non ci sia la possibilità di realizzarla a Milano, almeno oggi. Su questo quindi la differenza tra noi e Pisapia è netta.

 

(Pietro Vernizzi)