Ancora una volta nessuna novità. 
Le rappresentanze di pochi pescano tra i soliti nomi.
La borghesia oligarchica milanese trova un posto a tavola a chiunque sia già un volto noto, abbia già avuto un ruolo, sia in una posizione di potere.
É questa la Milano rock di Pisapia che piace a Celantano?Pochi, in una stanza chiusa, consegnano cultura, fondazioni e società partecipate a 20 fortunati immortali.
É questo il nuovo vento? Confermare un elitè?
E il merito? E i giovani? E le nuove idee? E la competitività?
La politica abdica al suo compito.
Invece di investire sul futuro, conferma uno status quo.
Mi sarei aspettato che un ruolo così rilevante potesse innescare un cambio di approccio.
Attraverso un bando pubblico?
Attraverso una chiamata di tutte le intelligenze italiane?
Attraverso un’apertura generazionale? Fuori i cinquantenni, dentro i trentenni?
Attraverso le università?
Attraverso la valutazione di proposte culturali redatte dai candidati?
Tutti percorsi potenzialmente virtuosi.
Invece no.
Permane il vecchio.
Permane chi già c’è.
Nessuno spazio al nuovo.
Nessuno spazio al merito.
Nessuno spazio ai giovani.
Nessuno spazio alla cultura.
Al nuovo presidente lancio dunque questa sfida: non perpetui se stesso ma prepari il terreno per il nuovo. Faccia quello che Pisapia ha premesso e non è stato in grado di fare.