Un’ondata di inchieste si abbatte sul Comune di Milano, rimasto immune per anni alle offensive giudiziarie. Qualcosa si è rotto secondo il Giornale, che parla di gelo tra Palazzo Marino e la procura. A parte il processo al sindaco Beppe Sala per gli appalti di Expo, che però non lambiva il Comune ed era finito prescritto, l’armonia è stata quasi totale. Ora, invece, riparte la stagione degli avvisi di garanzia, infatti sta salendo a galla il nervosismo del centrosinistra, che accusa un eccesso di iniziativa da parte della procura, con Sala che arriva a denunciare: «Oggi i nostri dirigenti hanno paura della firma. E questo non va bene».



Nel mirino finisce il modello di sviluppo del mattone, con il coinvolgimento dei tecnici della giunta Sala che hanno dato il via libera ai progetti. L’ambito dell’urbanistica è delicato non solo perché è da sempre il cuore vulnerabile della politica a Milano, ma anche perché si è alla vigilia del nuovo piano regolatore. Nelle indagini sono finiti, oltre ai costruttori, anche i capi degli uffici comunali che ne hanno consentito la costruzione. Si parla di tre o quattro inchieste, ma una fonte vicina agli inquirenti riferisce al Giornale che «di casi simili a Milano ce ne sono decine».



“ILLEGITTIMO IL MODELLO AMBROSIANO DI SVILUPPO BASATO SUL MATTONE”

L’accusa del Comune alla procura è di applicare «norme desuete», mentre la procura, che ufficialmente non replica, ritiene che le norme siano comunque in vigore e siano chiare. Non solo i regolamenti edilizi, ma anche la legge sull’urbanistica: non è possibile costruire senza valutare l’impatto sul territorio, sulla viabilità e sui servizi sociali. Per i pm sarebbe il “modello ambrosiano” di sviluppo basato sul mattone a essere illegittimo. Il Giornale cita anche l’indagine sulla nuova Biblioteca europea, in cui sono indagati solo i due architetti che hanno scelto il progetto vincitore, Stefano Boeri e Raffaele Lunati, ma si sta scavando anche negli uffici comunali.



C’è poi il fascicolo sui campi da padel realizzati da uomini dei clan, con i pm che hanno depositato intercettazioni di funzionari e assessori. Vicende slegate tra loro ma che coprono l’intero progetto di città a cui tiene il sindaco Sala. «Se a finire indagati per ora sono soprattutto i tecnici, è chiaro che le scelte a monte vengono dalla Giunta», evidenziano Cristina Bassi e Luca Fazzo sul Giornale.

MILANO, LE QUATTRO INDAGINI APERTE PER ABUSI EDILIZI

I fascicoli aperti dalla procura di Milano sui presunti abusi edilizi nella costruzione di nuovi palazzi che vedono indagati costruttori, progettisti e funzionari comunali sono quattro. A dare lo spunto gli esposti dei residenti che si sono visti spuntare grattacieli. In sostanza, le contestazioni sono quasi uguali per tutte le inchieste: riguardano l’illegittimità dei permessi a costruire, sottoscritti dagli uffici comunali (in alcuni casi falsamente) e ottenuti dai costruttori con autodichiarazioni previste per ristrutturazioni o lavori a basso impatto a fronte di costruzioni da almeno cento famiglie a volta.

Negli atti si parla di violazione delle regole sull’altezza e il volume degli edifici che sorgono nei cortili. Ma anche di assenza di “piano attuativo”, un documento obbligatorio che pianifica urbanisticamente i servizi da fornire al quartiere in base alle dimensioni della costruzione e dei carichi urbanistici derivanti dagli abitanti che vi risiederanno.