C’è preoccupazione in Lombardia per la crescita dei contagi Covid. I timori non riguardano solo la provincia di Brescia, ma anche Milano. I casi sono in aumento: la conferma arriva da Walter Bergamaschi, direttore generale dell’Ats di Milano. «Dopo un lungo periodo dove avevamo una stagnazione, ora osserviamo un inizio di ripresa», ha dichiarato ai microfoni di Sky Tg24. In riferimento all’indice Rt, ha spiegato che è «stabilmente sopra 1», ma l’altro problema è che «cresce di giorno in giorno». Infatti, i casi di questa settimana sono il 40% di più degli stessi giorni della settimana precedente. Bergamaschi ha segnalato che il 13% dei casi arriva dal mondo scolastico.
«Nella scuola osserviamo un trend di crescita che ha anticipato quello della popolazione in generale. Esattamente come è avvenuto nella seconda ondata», ha aggiunto il dg dell’Ats di Milano. Entrando ancor più nello specifico, la situazione Covid a Milano «desta preoccupazioni», perché l’indice Rt è salito a 1,16 ed «è in costante crescita».
COVID MILANO, “AUMENTO CASI 33% A SCUOLA”
Per quanto riguarda le scuole, Walter Bergamaschi a Sky Tg24 ha segnalato che nelle scuole c’è il 33% dei casi Covid in aumento. «A Bollate l’epidemia è nata all’interno delle scuole con la presenza della variante», ha dichiarato il direttore generale dell’Ats di Milano. A tal proposito, ha lanciato una proposta peraltro condivisa dalle Regioni: «Riteniamo opportuno vaccinare tutti gli operatori scolastici». Un’idea per la quale le Regioni, infatti, hanno proposto di tenere chiuse le scuole per accelerare con la vaccinazione del personale scolastico. Ma Bergamaschi ai microfoni dell’emittente satellitare ha parlato anche delle vaccinazioni, in particolare del piano vaccinale: «I fragili saranno vaccinati dopo le persone con più di 80 anni. Di fatto, si segue in sequenza. La stessa regione ha monitorano la platea in quanto nella banca dati noi registriamo tutte le esenzioni per patologia. In base ai farmaci e agli ingressi ospedalieri di riconoscere le persone che soffrono di patologie croniche».