Un insegnante di Milano ha avuto una relazione con un’alunna minorenne e per questo ora non potrà più esercitare la sua professione perché è stato bandito a vita dalle scuole. La vicenda è stata riportata dal Corriere della Sera, secondo cui il professore non ha mai negato la storia d’amore con la studentessa, che è diventata maggiorenne nel corso dell’anno scolastico, quello nel quale è nata la relazione ed è andata avanti (tra ottobre 2016 e marzo 2017). Inoltre, ha aggiunto che la madre dell’alunna era consapevole che la figlia aveva una storia col professore. Quindi, ha raccontato che tutto è «scaturito da un iniziale interessamento» della ragazza, la quale era consenziente e ricambiava i sentimenti. Queste argomentazioni sono passate dal tribunale alla Corte d’Appello, fino alla Cassazione. Ma i giudici le hanno giudicate inconsistenti, smontandole in ogni gradi di giudizio. L’uomo non è stato denunciato proprio perché una relazione con uno studente o una studentessa è reato solo se ha meno di 16 anni.
Ma non per questo è esente da una sanzione amministrativa. Il professore, all’epoca in servizio in una scuola superiore della periferia est di Milano, è stato infatti destituito dal servizio, contro cui ha fatto poi ricorso chiedendo annullamento, revisione o riduzione della punizione. I giudici hanno però spiegato che «il disvalore delle condotte emergeva in tutta la sua gravità considerando, da un lato, il ruolo di responsabilità e la funzione educativa assegnati al docente e, dall’altro, il fatto che gli studenti a lui affidati attraversavano un’età obiettivamente critica sotto il profilo dello sviluppo della personalità e delle modalità di interazione sociale».
“PROFESSORE VENUTO MENO A DOVERI”
Il fatto poi che la mamma della studentessa fosse a conoscenza della relazione è stata considerata un’aggravante dai giudici, perché la relazione si era interrotta brevemente proprio dopo un colloquio tra il professore e la donna. Poi però era ripresa. L’insegnante ha cercato anche di spiegare che la relazione era portata avanti lontano dalla scuola e senza ricadute a livello scolastico, visto che il rendimento della ragazza, i rapporti con i compagni e gli altri professori non erano stati «pregiudicati». La difesa ha anche sostenuto che sarebbe stata sufficiente una sospensione come sanzione disciplinare, col rientro a scuola con mansioni diverse. Ma la relazione è stata considerata «una grave violazione dei doveri inerenti alla funzione educativa» dai giudici della Cassazione. Ancor più duri erano stati quelli di Appello nel 2020: «Instaurare una relazione sentimentale e sessuale con un’alunna, tanto più se minorenne, significava venir meno in modo radicale ai doveri e alle responsabilità insiti nel ruolo e disvelava la totale incapacità di discernere la sfera professionale da quella personale e la sfera etica da quella sentimentale, giungendo il docente a uniformarsi nei comportamenti a un coetaneo dei propri allievi». La Suprema Corte con sentenza pubblicata il 20 ottobre ha quindi stabilito che non può lavorare nel mondo della scuola, in nessuna posizione, né può accedere ad altre forme di pubblico impiego. Il ministero dell’Istruzione ha allontanato il docente per sempre dall’insegnamento con un provvedimento del 14 maggio 2018.