Nell’ultimo anno, la Polizia ha messo a segno 4.600 arresti (con 16.700 denunce), una media di 13 arresti al giorno, nella sola Milano e provincia. Numeri impressionanti soprattutto considerando l’alto tasso di recidiva, cioè di persone arrestate più volte per il medesimo reato. Tante anche le persone denunciate a piede libero ma poi arrestate per altri reati, più gravi. Il Questore, Giuseppe Petronzi, a Libero, spiega di essere preoccupato per gli scippi ma non solo. Il 73% del totale degli arrestati per rapine commesse sulla pubblica via è straniero. Per i furti con destrezza, la percentuale arriva al 95%. Dunque, tre rapine su quattro in strada sono effettuate da stranieri, a cui vanno aggiunti novantacinque furti con destrezza su cento.



Presso l’ufficio immigrazione di Milano c’è una coda interminabile gestita da agenti. Ci sono i cittadini stranieri regolari che arrivano in Questura su appuntamento per ricevere o per prorogare il loro permesso di soggiorno o per chiedere il ricongiungimento familiare. C’è poi il canale degli irregolari che fanno domanda di asilo. Su 100 persone che fanno domanda, alla fine solo 10 o 12 avranno i requisiti per essere considerati rifugiati, spiega Libero. Gli altri sono migranti economici, e sanno di esserlo: presentano però ugualmente la domanda perché così otterranno quasi due anni di permanenza indisturbata in Italia.



Richieste di asilo e passaporti: la Questura di Milano ha sempre più lavoro

Dei migranti irregolari, il 10 e il 12% dei richiedenti asilo lo ottengono. Anche gli altri, però, hanno poche chance di andarsene subito. Dopo il primo esito negativo, lo straniero fa sistematicamente ricorso in tribunale e la decisione richiede almeno un anno, spiega Libero. Dunque anche attraverso questa procedura si può rimanere in Italia per un periodo di 18-21 mesi che in tanti sfruttano per rendersi irreperibili. Solo a Milano, gli stranieri regolari residenti sono 510mila: dunque il lavoro delle Questure è immenso. Per quanto riguarda le espulsioni, invece, quando è accertato che il soggetto non abbia alcun titolo per restare in Italia, scatta il rimpatrio con volo charter. Altrimenti, è previsto il trattenimento presso i centri di permanenza. La terza opzione si ha quando lo straniero riceve un mero “ordine di lasciare il territorio in 7 giorni”, cosa che il migrante difficilmente farà.



Non solo sportelli dedicati alle richieste d’asilo. In Questura si reca anche chi deve richiedere un passaporto, per motivi d’urgenza (e con un biglietto già stampato) o seguendo le vie ordinarie. I tempi però sono piuttosto dilatati e gli agenti sempre meno. A rendere ancora più oberate le Questure, che hanno già a che fare quotidianamente con centinaia di persone e dunque con una miriade di richieste, è la burocrazia. L’attività di verifica che deve essere svolta per il rilascio del passaporto è immensa: vanno infatti interrogate le varie banche dati pubbliche, come Procura, Tribunale, Agenzia delle Entrate o ancora altre Questure. Queste, infatti, non dialogano tra loro e non sono automaticamente collegate. Dunque, ci si muove inviando Pec e richieste e questo richiede non poco tempo.