Ci sono 223mila cittadini a Milano che hanno fatto una scelta ambientalista, affidandosi in larga parte a fonti rinnovabili con il teleriscaldamento. Una scelta alternativa per scaldare case, aziende e uffici dettata anche dalla volontà di ottenere un risparmio energetico, e quindi anche economico, ma le cose non sono andate affatto così, anzi. La bolletta infatti è praticamente raddoppiata da un anno all’altro, come emerge dall’analisi del consuntivo della centrale termica delle ex case popolari di Chiesa Rossa, passato dai 10,8 euro a metro quadro del 2021-2021 ai 20 euro del 2021-2022.
Una stangata che sta mettendo in difficoltà molte persone. Come se il danno non bastasse, c’è pure la beffa: chi ha scelto il teleriscaldamento è stato escluso dagli sgravi fiscali del governo per elettricità e gas naturale. Ne parla il Corriere della Sera, spiegando che a nulla è valsa la lettera mandata a fine marzo dal sindaco di Milano Beppe Sala, insieme ai colleghi di Brescia, Varese e Torino, al governo Draghi. Hanno ricordato anche ai ministri Franco, Cingolani e Giorgetti le misure prese per il gas naturale con la riduzione dell’Iva al 5%, invece nulla è stato fatto per il teleriscaldamento.
TELERISCALDAMENTO, PETIZIONE PER MODIFICARE ALGORITMO
Non è solo una questione di disparità di trattamenti di famiglie, imprese ed enti, ma anche un disincentivo del teleriscaldamento, «in netto contrasto con gli obiettivi ambientali del settore del riscaldamento e raffrescamento… della missione 2 del Pnrr», hanno rimarcato i sindaci che però non hanno ottenuto alcuna risposta alla lettera. Nel frattempo, A2A Calore e Servizi ai primi di agosto ha provveduto a congelare il prezzo anche per il quarto trimestre del 2022. Ma si tratta di un intervento che produce, come evidenziato dal Corriere, di un risparmio valutato in 50 euro, quindi non sufficiente per affrontare il caro prezzi.
Nei prossimi giorni partirà una petizione popolare, promossa dall’associazione Ambiente ed Energia con la collaborazione dei Comitati di quartiere Gratosoglio, Chiesa Rossa, Torretta, San Siro, Comasina, Gallaratese, con l’obiettivo di ottenere una modifica dell’algoritmo usato per la formulazione della tariffa, affinché si tenga conto del fatto che i milanesi hanno collaborato per il 63% alla raccolta differenziata.