Erano i giorni drammatici della pandemia, quelli in cui l’Italia era bloccata a casa dal lockdown tra contagi e morti. Proprio questi sono stati “usati” per alimentare il traffico di droga. Con gli spostamenti bloccati, i narcos a Milano hanno avuto l’intuizione di usare l’unico mezzo che in quel momento sfuggiva ai controlli delle forze dell’ordine: il carro funebre. A scoprirlo una maxi operazione anti droga dei finanzieri del Comando provinciale di Milano, nell’ambito dell’inchiesta Madera, coordinata dai pm Rosario Ferracane e Sara Ombra della Direzione distrettuale antimafia, che ha portato a 42 ordini di custodia cautelare (26 in carcere) per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Tra le persone arrestate, come riportato dal Corriere della Sera, c’è anche un dipendente di un’agenzia di pompe funebri che, attraverso messaggi scambiati in una chat criptata ma violata dai militari del Gico della Guardia di Finanza, si vantava del fatto che non veniva mai fermato durante i controlli, riuscendo così a far circolare la droga. «E pieno di cc, polizia, esercito. Solo i carri funebri non fermano. Sai come mi diverto quando ci fanno passare. Potrei portare il mondo…». Il suo interlocutore replicava scherzando: «Il fumo mettilo con il morto, fra’». Il dipendente rivela: «Ci sto pensando…». In un’altra conversazione si è mostrato interessato all’acquisto di una decina di chili di droga, riservandosi però di valutare se rischiare di andare fino a Inveruno col carro funebre. «Devo vedere se riesco andare con il carro funebre ma è difficile che sono da quella parte».
TRA ARRESTATI ANCHE UN EX UFFICIALE DELL’ESERCITO
Tra gli arrestati c’è pure un ex ufficiale dell’esercito, che era sospeso per motivi disciplinari, in quanto aveva dichiarato falsamente di essere laureato in medicina per spacciarsi per ufficiale medico. Questi si sarebbe fatto prestare una mimetica da un commilitone per girare durante il lockdown e trasportare i carichi di droga. Fermato ad un controllo, riuscì a scamparla: «Oh mi ha appena fermato la polizia locale. M’ha visto in divisa, il tesserino, m’ha salutato militarmente e ha detto: “no, no, grazie… buona giornata!», disse al telefono alla compagna. Ma l’inchiesta, come riportato dal Corriere, ruota attorno al narcotrafficante Cesare Guido e la rete che aveva base in Spagna.
Con le chat decriptate gli investigatori hanno scoperto l’intera rete. In manette anche Giovanni Neviera, considerato affiliato al clan mafioso barese, gli Abbaticchio, già condannato per associazione mafiosa e traffico di droga. Nelle intercettazioni spunta anche il riferimento ad una persona vicina al trapper Sfera Ebbasta come possibile «cliente» e di un’altra che cura gli interessi di un al rapper Izi. Ma stando a quanto precisato ed evidenziato dal Corriere, si tratta di riferimenti «de relato», contenuti nell’ordinanza cautelare, dunque entrambi gli artisti non sono indagati.