L’assemblea generale del Bie ha assegnato a Milano l’Esposizione universale del 2015 con 86 voti a favore della città italiana contro 65 per Smirne, quella turca. Hanno votato 151 su 152 delegati.
Per commentare questa importante vittoria italiana, ilsussidiario.net ha intervistato il presidente della Camera di commercio di Milano, Carlo Sangalli.
Cosa pensa dell’esito finale di questa lunga corsa per aggiudicarsi l’Expo?
Questa vittoria premia una città e una popolazione di imprese che non si è tirata indietro davanti a una sfida ambiziosa, per molti invincibile. È stato uno sforzo corale, e il vero successo è quello di aver saputo lavorare fianco a fianco senza permettere alle diverse appartenenze di compromettere questo risultato. Un vero gioco di squadra che ha ribaltato le previsioni dimostrando che quando c’è unità e un progetto forte, come in questo caso, si arriva al traguardo vittoriosi. Come Camera di commercio abbiamo accettato la sfida dell’Expo con una doppia responsabilità, verso il sistema economico e verso la città nel suo complesso, nella sfida globale. Anche per questo siamo entrati nel Comitato di Candidatura Expo 2015 mettendoci a disposizione soprattutto per la promozione internazionale, e abbiamo sponsorizzato Milano in tutte le missioni realizzate con Promos – Agenzia speciale della Camera di commercio per l’internazionalizzazione. Parallelamente abbiamo lavorato con Borsa Merci Telematica italiana ad uno dei progetto-pilastro della candidatura: una Borsa Telematica mondiale nel settore agroalimentare. Un progetto che apre importanti opportunità; da un lato valorizza Milano come snodo globale del settore alimentare. Dall’altro apre al resto del mondo, soprattutto ai Paesi meno industrializzati, un mercato molto più ampio, potenziando gli scambi ma con una grande attenzione a uno sviluppo equo.
Quali fattori, nonostante alcuni elementi che obiettivamente possono non aver giovato all’immagine del nostro paese (criticità territoriali come Malpesa-Alitalia, o il caso Napoli) hanno indotto i delegati a votare a favore? Milano ha vinto nonostante il resto del paese o grazie ad esso?
Insieme a Milano ha vinto tutta l’Italia e soprattutto un nuovo metodo di lavoro. Una prassi questa delle alleanze, che ci dovrà accompagnare nei prossimi anni ed essere la chiave per tutte le sfide davanti alle quali si trova il paese. Anche in questo caso Milano si conferma laboratorio e motore per un’intera nazione, sempre in chiave collaborativa, quasi con spirito di servizio. I delegati hanno riconosciuto la forza di un progetto che ha saputo mettere al centro la persona, indicando la strada dello sviluppo nell’attenzione ad alimentazione e ambiente, i due temi sui quali abbiamo puntato la candidatura. Intorno a questo progetto abbiamo poi costruito una rete importante, di promozione ma soprattutto di condivisione, perché siamo convinti che l’Expo 2015 dovrà essere uno strumento di crescita sociale, oltre che economica, soprattutto per le aree più svantaggiate.
Che prospettive si aprono per Milano e per il paese? E cosa fare subito per sfruttarle adeguatamente?
Da una ricerca che abbiamo fatto come Camera di commercio risulta che le imprese milanesi si aspettano un aumento del fatturato per un totale di 44 miliardi di euro. Penso in particolare al settore del turismo, in cui un’impresa su venti si aspetta di raddoppiare i guadagni, ma si prevedono crescite importanti anche per l’agricoltura (+15,5%) e per il settore immobiliare (+15%). Ma a parte i numeri sono convinto che questo successo rappresenti un’opportunità di grande valore per Milano e per tutto il paese. Per coglierla però dobbiamo partire subito, con una cabina di regia che garantisca una governance condivisa e snella, che metta insieme le istituzione e le eccellenze di Milano, dalla moda alle università. Il lavoro da fare è tanto, vanno sciolti velocemente i nodi delle infrastrutture, verso la Fiera così come per Malpensa. Bisognerà rafforzare l’area di Rho-Pero, e penso per esempio all’accessibilità dell’area, alle sue strutture ricettive, agli itinerari che l’attraversano, da quello tecnologico a quello artistico. L’Expo legherà città e strutture fieristiche in modo indissolubile. E non si può più nemmeno immaginare un ridimensionamento dell’aeroporto di Malpensa che sarà centrale per la preparazione e l’accoglienza poi di tutti i visitatori. Parliamo di quasi 30 milioni di persone in sei mesi. Serve il completamento delle infrastrutture di collegamento di questo aeroporto, dobbiamo rimetterlo al centro del nostro territorio e di quello europeo con il corridoio cinque e l’alta velocità. Ora è il tempo del fare: il tempo non è molto, abbiamo sette anni e vanno sfruttati al meglio. .