Luca Massari, il tassista milanese picchiato selvaggiamente per aver investito un cane, è morto ieri mattina alle 11 e 15 dopo 31 giorni di coma. I suoi colleghi milanesi oggi lo ricordano con un fiocco nero sulle antenne delle loro vetture. Ieri in conferenza stampa i dottori che lo avevano in cura hanno spiegato: «Se avesse avuto la fortuna, o la sfortuna, di sopravvivere, avrebbe passato il resto dell’esistenza senza poter interagire con il resto del mondo».
Una zia di Luca dichiara: «Ma noi speravamo in un miracolo. Ci abbiamo sempre contato. Sarà egoismo, sarà l’amore senza limiti che proviamo per lui, ma il nostro Luca lo volevamo qui con noi». I tassisti milanesi: «Nel giorno del funerale sarà impossibile trovare un taxi a Milano, parteciperemo tutti per dire addio a Luca». Gli abitanti della strada, via Caccia Dominioni, dove è avvenuto l’assurdo pestaggio, organizzano oggi per le ore 18 una fiaccolata in suo ricordo. Il responsabile del reparto chirurgia dove Luca Massari è stato ricoverato ha spiegato: «La patologia cranica di Massari era molto grave fin dal primo giorno. I trattamenti salvavita tentati nelle ultime ore sono stati inefficaci e oggi (ieri per chi legge, ndr) è accaduto quello che viene considerato un evento comune per il cedimento degli organi, al di là della mancata funzione del cervello».
Nessun espianto organi, purtroppo: «Non è mai stato preso in considerazione L’espianto avviene solo dopo la morte encefalica a cuor battente, quando cioè tutti gli organi sono in buone condizioni e ossigenati. In questo caso il paziente è morto per un arresto cardiocircolatorio. Anche lo stato delle cornee, a causa di una serie di infezioni, è stato compromesso». Chiude il fratello di Luca: «Abbiamo perso una grande anima: i suoi aggressori non sanno cosa hanno fatto».