C’è chi ha detto che la sinistra è più brava a parlare del popolo che non a parlare al popolo. Forse questa affermazione potrebbe essere la chiave di lettura del successo del candidato Giuliano Pisapia alle primarie per l’elezione a Sindaco di Milano del centrosinistra. Come è noto questo non era il candidato scelto dal Pd che era, viceversa, Stefano Boeri, noto architetto della metropoli lombarda.



Chi scrive non ha mai avuto difficoltà a segnalare una maggiore capacità comunicativa dell’apparentemente impacciato Pisapia nei confronti di un più, altrettanto apparentemente, disinvolto ma un po’ professorale Boeri. Che la comunicazione, in politica, ormai, svolga un ruolo centrale è un dato appurato. Lo è altrettanto il fatto che il politico che comunica viene privilegiato quando la sua comunicazione è semplice e trasmette contenuti facilmente comprensibili. Non c’è infine dubbio che Pisapia abbia usato gli strumenti della comunicazione con maggiore immediatezza degli altri candidati del centrosinistra.



Non vorremmo dare l’impressione di sostenere la tesi dell’importanza della comunicazione a scapito di molti altri ingredienti altrettanto necessari e indispensabili all’ambito politico.
Dobbiamo interrogarci anche su altro, ma tenendo conto che quest’altro è comunque collegato al discorso comunicativo. Era già successo in Puglia che un candidato ex Rifondazione come Pisapia (Vendola) vincesse contro il candidato del Pd.

L’incertezza del Pd ad autodefinirsi può aver fatto sorgere negli elettori di centrosinistra la voglia di votare un candidato magari più discutibile, ma certamente più chiaro nella proposta politica. Vendola e Pisapia vengono da Rifondazione comunista ambedue. Sono figure che si caratterizzano per una capacità inventiva a livello di linguaggio e per una capacità di argomentazione non indifferenti.



Ripropongono in un linguaggio aggiornato le idee fondamentali della tradizione social-comunista e questo risveglia nell’elettorato un sentimento di possibile appartenenza, ma anche la consapevolezza che si può rimanere in questa tradizione svecchiandola e questo certamente è, come dimostrano la Puglia e Milano, un fattore di successo.

La chiarezza di contenuti e la semplicità nella loro esposizione non vanno mai in modo separato, ma sempre di pari passo. Anche Bersani è un uomo che comunica chiaramente ma spesso comunica chiaramente e non ha chiaro dove andare.
Questo può essere importante anche per il centrodestra che potrebbe avere contenuti e linguaggio ma che spesso (sempre più spesso) si avvita in bizantinismi che oscurano i contenuti che propone.

Come al solito, però, il centrodestra ha fortuna perché a sinistra le cose vanno anche peggio. Ma per quanto?