Giri per Milano in questi giorni post primarie, e tutti i palazzi della politica ti parlano di Terzo polo, del quasi candidato Gabriele Albertini e della sua voglia di revanche su Letizia Moratti, e del pressing dei centristi perché si ricandidi in primavera, sfruttando il vuoto di rappresentanza apertosi tra il vendoliano Giuliano Pisapia e il sindaco uscente.
Se ne evoca lo spettro quasi fosse già in campo: per magnificarlo o al contrario per liquidarlo in modo acritico. Quel che manca è un’analisi fattuale che provi a capire se davvero un nuovo blocco di centro possa raccogliere consensi non residuali sotto il Duomo e più in generale nel nord del Paese.
Primo quesito: basta l’usura evidente di Silvio Berlusconi e l’indignazione che solleva il suo stile di vita a penetrare territori egemonizzati dal forzaleghismo? Se analizziamo le scelte di politica economica e fiscale su cui i ceti produttivi misurano il consenso alla classe politica, è difficile scorgere nel bacino del centrodestra uno spazio importante di rappresentanza alternativo, pronto a staccarsi per confluire in una formazione per ora molto sudista nella sua cifra elettorale. Più plausibile, salvo terremoti a breve che disarcionino definitivamente il premier, che a scattare sia ancora il famoso cestino leghista: chi vuol punire il Cavaliere va ad ingrossare il serbatoio del Carroccio.
Anche nei paraggi democratici sbaglia chi pensa che ci sia una vasta area disposta, ad esempio a Milano, a convergere su una opzione terzista con Albertini. Secondo quesito, dunque: quante divisioni possiede la galassia raccolta intorno a Massimo Cacciari? Proveranno a contarsi sabato prossimo chiamando a convegno l’embrione di Terzo polo (Albertini, Casini, Rutelli, Della Vedova e Luca di Montezemolo), ma il corpaccione Pd sotto il Duomo sembrerebbe ben più gauchiste di quel che si creda: allevato da una classe dirigente molto poco riformista (nei fatti).
Terzo quesito: sempre a Milano, se si guarda ai finiani (Giampaolo Landi di Chiavenna, Manfredi Palmeri e Tiziana Maiolo), sicuri che brillino per nordismo? Gli stessi big centristi, Bruno Tabacci e Savino Pezzotta, sono personaggi per palati fini, ma non di popolo. A sua volta Rutelli ai tempi della Margherita tentò lo sbarco a Milano per agganciare il mondo delle professioni, strappandoli al berlusconismo. Ma si rivelò un flop.
Dunque spazi stretti. Il Terzo polo è una scommessa tutta da costruire su un’agenda davvero nordista: federalismo, sburocratizzazione, taglio delle tasse.
«Un passo per volta», ragiona uno dei protagonisti dell’operazione. «È vero, oggi siamo poco attrezzati al Nord, non abbiamo radicamento dentro il mondo del lavoro autonomo e delle professioni, tra gli attori del capitalismo diffuso e quel blocco dei produttori deluso dal forzaleghismo ma ancora alla ricerca di un’alternativa credibile. Ma riportare Gabriele Albertini a Palazzo Marino o quantomeno detronizzare il sindaco uscente, Letizia Moratti, avrebbe una valenza straordinaria». Accelerando il crepuscolo berlusconiano e rafforzando la penetrazione sopra il Po.
Eppure un’altra volta bisogna intendersi. Intanto perchè l’ex sindaco, nonostante il pressing, non ha ancora sciolto la riserva. I suoi dubbi sono legati a che farà il Pd (mi giocheranno contro come dicono ufficialmente, oppure sotto sotto si può trovare una forma di desistenza?) e alla cifra sudista dei centristi, lui così federalista. E poi una sua lista appoggiata da Rutelli, Casini e Fini (e Montezemolo) varrebbe probabilmente 20 punti in città. Tanti ma non sufficienti per arrivare al ballottaggio.
Eccoci così al quarto quesito: non sarà che il vero motivo per cui l’ex sindaco potrebbe in ogni caso immolarsi, si chiama percorso costituente? Correre in ogni caso a Milano (favorendo Pisapia che batterebbe Letizia Moratti schiantando in casa sua Berlusconi, per la gioia di Gianfranco Fini), assumendo in cambio il ruolo di uomo forte al nord di Fli. In sostanza mirare al sindaco bis, per puntare in realtà al piano di sopra, a un ruolo finalmente nazionale… E se fosse questa la vera posta in palio?