In Italia, a Milano, in Lombardia capiamo che negli altri paesi e città del mondo molte cose e abitudini del nostro modello di vita vengono rimesse in forte discussione dall’innovazione, ma facciamo fatica a mettere in pratica quanto ci porta in casa l’onda del cambiamento globale.
La fase che Expo 2015 ha aperto richiede, come ha suggerito giustamente Lanfranco Senn, intervistato dal IlSussidiario.net sui dati di una ricerca dell’Università Bocconi che riguardano le ricadute del mega-evento, di non imitare l’irripetibile Shangai, ma anche di non appiattirci verso il basso, usando la fabbrica delle idee aperta dalla grande esposizione per trovare nuove soluzioni di vita e lavoro sui territori, in equilibrio tra la nostra specificità locale e i nuovi processi in atto nel mondo.
Il miglioramento della mobilità sostenibile fa parte di questi impegnativi traguardi perchè è uno dei segreti della vivibilità nelle grandi città dove, entro il 2050, vivranno otto abitanti della terra su dieci.
Il tema è stato affontato anche nell’Expo 2010 di Shangai, in particolare, nel padiglione della “Saic – General Motors”, tra i più visitati dell’area dedicata alle “Migliori pratiche urbane”, ma è stato rappresentato anche in altri padiglioni tra cui quelli di Amsterdam, Parigi e di alcune città della Cina, Guanzhou e Shangai, dove si sta avviando o il più grande progetto di motorizzazione elettrica del XXI secolo con la messa in campo, ogni anno, di un milione di vetture alimentate con l’elettricità.
Così si apre lo scenario della "Electric City", a partire dall’introduzione di un capillare sistema di rifornimenti urbani per le auto elettriche, traversale a tutte le nuove iniziative che già circolano per il mondo, con offerte che del resto sono già presenti nei listini di tutte le grandi case automobilsitiche.
Anche la Città di Milano a partire dal febbraio 2011, prevede l’avvio di una sperimentazione con l’arrivo di venti nuove colonnine per la ricarica delle auto elettriche, una partenza a dimensioni ridotte rispetto a quanto sta accadendo, tra l’altro, nelle strade di New York, Oslo, Emirati Arabi e Singapore e decine di altri centri urbani.
La Città di Milano e la Regione Lombardia affrontando la sfida dell’organizzazione di un evento planetario come Expo 2015, si sono posti a confronto con altre metropoli a un livello molto alto, indicando percorsi certi e obiettivi che per ampiezza e qualità non sempre si sono realizzati in Italia.
L’esempio più clamoroso, da evitare, è la vicenda della Tav, il treno ad alta velocità Torino – Lione che non è mai partito perchè sino ad oggi è stato frenato dagli ostacoli rappresentati dall’ostruzionismo radicale e dalla ottusità burocratica, incrinando così un grande progetto di mobilità a dimensione continentale.