L’aria che respiriamo ogni giorno in metropolitana sarebbe sino a 10 volte più inquinata che in strada. A rivelarlo per la prima volta ci ha pensato uno studio compiuto dall’Agenzia per l’ambiente della Lombardia per conto della procura di Milano, che poi ha informato il Comune, l’Atm e l’Asl sul dato.

Il valore di Pm 10 rilevato nella metro raggiunge i 327 microgrammi per metro cubo, mentre in mezzo al traffico milanese si arriva a punte massime di 30 e passa. Il rapporto è appunto 10 a 1.



Non è però un’anomalia solo milanese. Anche in tutte le altre città di Italia e del mondo il dato è così alto. Ciò che stupisce è che se la normativa europea sull’inquinamento da Pm10 valesse anche per i luoghi chiusi come le metropolitane, quella di Milano dovrebbe essere chiusa ogni anno agli inizi di febbraio. La legge, infatti, stabilisce che se in superficie viene superato il limite di 50 microgrammi per più di 35 giorni in un anno bisogna intervenire con misure a tutela della salute umana, come il blocco delle auto.



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La ricerca è stata commissionata all’Arpa della Lombardia dal procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato e dal sostituto Giulio Benedetti nell’ambito dell’inchiesta sullo smog, aperta nel 2009 dopo due esposti del Codacons, in cui viene contestata la contravvenzione dell’articolo 674 del codice penale (getto pericoloso di cose) e vede indagati anche il presidente della Regione Roberto Formigoni, l’ex presidente della Provincia Filippo Penati e il sindaco Letizia Moratti.



 

Sono state monitorate sei stazioni della metrò, due per ciascuna linea. Le punte di Pm10 sono state registrate sulla linea gialla: alle fermate Duomo e Crocetta. Lì l’aria resta inquinata anche di notte, visto che il valore non scende mai sotto una media di 144 e 83. La situazione migliore invece è a Porta Venezia, sulla linea rossa.