Una Città come la nostra non poteva non interrogarsi a fondo sulle ragioni che hanno scatenato una crisi economica globale senza precedenti, e che ha avuto origine proprio dagli strumenti finanziari più moderni.

Milano è la città strategica per gli investitori che decidono di localizzarsi in Europa. Milano è la città italiana con il maggior numero di imprese straniere: più del 40% delle sedi di imprese straniere in Italia sono a Milano. Il 30% degli addetti in Italia lavora in una impresa straniera. Oltre il 40% degli investimenti stranieri in Italia avvengono a Milano. Il 50% delle imprese USA con sede in Italia sono a Milano.



Le sole imprese statunitensi fatturano a Milano circa 62 miliardi di dollari e hanno un totale di 100.000 dipendenti. Qui hanno sede il 25% delle banche italiane, più di 9 mila compagnie finanziarie e 17 Camere di Commercio straniere, 30 banche estere. La Borsa milanese è la quinta in Europa e nona nel mondo.

Milano è la prima area economica in Italia e la seconda in Europa dopo Londra per investimenti e progetti immobiliari. Con il 40% dei brevetti depositati, Milano eguaglia Boston come produzione d’invenzioni, e in Italia è la città dove se ne depositano in numero maggiore.



 
Nelle oltre 280 mila imprese del territorio milanese, il 28% delle quali opera nel terziario, lavorano ogni giorno più di 600mila persone residenti, cui si aggiungono altre 500mila provenienti dai Comuni limitrofi.
Una Città con questo patrimonio sociale ed economico, non può non affiancare alle misure anti-crisi messe in campo anche un percorso che ci interroghi tutti su quanto accaduto.

 

Nel solo anno 2010, il comune di Milano ha erogato oltre 60 milioni di euro in misure anticrisi, con aiuti concreti destinati alla famiglie, alle imprese e ai lavoratori: ma sono convinta che analizzare le cause e gli effetti della crisi, spiegandole ai nostri cittadini, sia una misura anticrisi altrettanto importante, perché si possa evitare in futuro di ricadere nei medesimi errori.



 

La mostra mette in evidenza i fattori in gioco nella crisi che ha colpito l’economia globale identificandone e cause e riconducendoci ad una concezione del lavoro e dell’economia che tenga conto anzitutto dei bisogni e dei desideri dell’uomo, della sua capacità di creare legami e realizzare il bene comune.

L’economia, in particolare, è una scienza umanistica: esiste, infatti, perché l’uomo ha dei bisogni; è dunque inevitabile che torniamo a chiederci non tanto a che cosa la finanza dovrebbe servire, ma chi dovrebbe servire, e cioè l’uomo e il suo bisogno.

La finanza deve anch’essa, come tutta l’economia, essere al servizio dei bisogni dell’uomo, invece di renderlo succube o peggio, come a volte accaduto, di trarlo in inganno. L’uomo non è pura risorsa economica, e dimostra come chi vuole ridurre la natura dell’uomo all’interno di schemi precostituiti finisca per perdere il contatto con la realtà.

La mostra ci dà testimonianza di esempi virtuosi che sono già in atto, di imprenditori di successo che all’interno dell’azienda hanno deciso di mettere al centro “la persona”e non solo le cosiddette “risorse umane”, forti di una concezione di uomo che non deve essere ridotta a risorsa economica, bensì deve contenere tutta l’umanità dell’individuo.

 

Il nostro intento, ospitando questa mostra, è di aiutare i cittadini tutti ad accrescere la propria consapevolezza e la propria conoscenza della finanza, oltre che a comprendere con maggiore chiarezza che cosa sia accaduto in questi ultimi anni e cosa ci abbia condotti alla crisi attuale.